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Dolomiti troppo alte, la Carpegna Prosciutto crolla a Trento. Difesa imbarazzante, l'attacco dura venti minuti

10 Marzo 2024

TRENTO – Che ci crediate o no, se in un quarto una squadra subisce 35 punti, non vince quasi mai. Ma non è solo questo che lascia l’amaro  in bocca in casa Carpegna Prosciutto Pesaro al termine della partita stravinta da Trento (109-82).

Imbarazzante è stata anche la gestione dell’ultimo quarto. Una squadra che deve salvarsi, che deve dimostrare di crederci, non può permettersi, anche sul meno 20, di subire, in successione, una schiacciata, un appoggio in relax e un’azione da showtime, tutte dallo stesso giocatore. Non è l’atteggiamento giusto, non è quello che chiedono i tifosi, non può essere quello che basta a Meo Sacchetti.

Pesaro, dopo venti minuti degni, giocati sullo stesso livello di Trento, è letteralmente crollata. Certo, il primo quarto con percentuali siderali ha aiutato, ma è anche quel che fa comprendere a tutti che la VL ha seri problemi tecnici, nonostante gli innesti. Dovrebbe capirlo anche il coach che al suo 'corri e tira' deve trovare una alternativa quando si vede che non funziona e allo stesso gioco l'avversario ti schiaccia. Ancora di più se su Foreman si alza il livello difensivo. E' il momento in cui la squadra deve aiutarlo. Poi che lui possa inventare penetrazioni di puro atletismo è possibile, ma non è laa stradaa giusta.

Se l’attacco ogni tanto si inceppa, non si possono accettare i contropiedi di Trento che ha segnato almeno cinque canestri  in tre secondi, ovvero rimbalzo, lancio lungo e appoggio. Bisogna correre quando si insegue l’avversario, bisogna correre ancora di più quando sai che ti giochi la permanenza in serie A.

Aver vinto contro Brescia può aver illuso sullo stato della Carpegna Prosciutto. La speranza era invece che avesse fatto capire, finalmente, a tutto il mondo biancorosso che per vincere bisogna difendere e poi fare canestro.

La regressione a Trento è stata totale. Negli ultimi due e decisivi quarti Pesaro ha subito 67 punti, quanti ne dovrebbe prendere in tutta la partita per poter vincere.

Inaspettatamente priva di ‘tigna’ la partita biancorossa. E anche il coach, rivedendola, rifletterà su alcune sue scelte. Dai lunghi minuti in panchina di Foreman a quelli di Cinciarini, dalla fiducia non ripagata da Tambone al fatto che Totè, volente o nolente, è un fattore chiave da cavalcare. Come dovrà capire il nulla prodotto da Ford e Bluiett, abulici come nei giorni peggiori.

Domani riposeranno, da martedì in palestra bisogna sudare e lavorare sulla testa, perché se non c’è convinzione non si vince. Tantomeno contro la Virtus Bologna, attesa domenica prossima alle 19 alla Vitrifrigo Arena, a sole 48 ore dalla delicata sfida di Coppa contro il Real Madrid. Ma pensare che arrivi stanca è pura illusione, soprattutto se la VL a livello fisico ripeterà la scialba prova di Trento.

r.vit.

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