di Francesca Pasquali
FERMO - Tredici nell’ultimo anno. Sedici in quello prima. Altri tredici nel prossimo. Alla fine del 2021, saranno quarantadue i medici di famiglia andati in pensione nel Fermano nell’ultimo triennio. Solo tre, finora, quelli sostituiti a tempo pieno, quattro parzialmente. Troppo pochi.
Venerdì scorso, la Conferenza dei sindaci del Fermano ha affrontato la questione, denunciando criticità soprattutto nell’entroterra e nell’area montana. Un grido d’allarme ripreso dalla Cna pensionati che parla di «circa 40mila cittadini che dovranno cercarsi un nuovo medico di famiglia».
«Alla fine del 2021 – spiega il responsabile Luigi Silenzi –, in provincia di Fermo saranno 42 i medici di famiglia che, dal marzo 2019, avranno lasciato la professione e attualmente solo il 10% è stato rimpiazzato». Una penuria aggravata dalla pandemia. Che costringe i mutuati a spostarsi anche di parecchi chilometri per raggiungere il nuovo medico. Amandola è tra i Comuni più in difficoltà. In poco più di un anno sono andati in pensione due dei quattro medici di base, senza che siano stati sostituiti. Un terzo lascerà il servizio quest’anno. «Un intero territorio, comunità significative di circa quattromila famiglie, private del diritto alla salute, nell'espressione più vicina al significato costituzionale, di prossimità, benessere psico fisico, rapporto medico-malato, accesso alle prestazioni», rimarca Silenzi. Che lancia un appello alle istituzioni «perché affrontino sia l’emergenza che la prospettiva».
E che, nel farlo, invita a non perdere altro tempo, «finanziando adeguatamente e snellendo le procedure di accesso alle scuole di specializzazione dei neolaureati, mettendo a bando con urgenza i concorsi per coprire i posti vacanti e mettendo mano a una riforma sul ruolo della medicina generale, mediante un nuovo protagonismo dei medici di base».
