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Vitom 3D, il robot che tutti vorrebbero. Ma ce l'ha solo Fermo. Dallari: "Ci muoviamo come Avatar, operiamo in ultra definizione"

1 Marzo 2023

di Raffaele Vitali

FERMO – Il primario Stefano Dallari è il protagonista di una mattina di festa per l’Azienda sanitaria di Fermo. Perché si parla del braccio robotico, ma anche di un’attività che rende il reparto di Otorinolaringoiatria un unicum regionale. “Siamo i primi ad avere questa tecnologia” sottolinea l’ingegnere clinico dell’Ast Elisa Bitti. Un braccio che sarà da supporto in sala operatoria per tutte le specializzazioni.

“Se cresciamo è per i nostri professionisti, ma poi per il supporto che la Fondazione Carifermo ci dà, rispondendo a richieste specifiche legate a necessità funzionali a migliorare il servizio al cittadino. In questo caso potenziamo un reparto con una tecnologia che permette nuove tipologie di interventi che hanno un peso interregionale” commenta Roberto Grinta, commissario dell’Ast 4 fino a metà aprile, dopo la proroga decisa ieri dalla Regione.

L’ingegner Girotti Pucci, presidente della Fondazione Carifermo, parla di ‘tassello’ di una collaborazione che va avanti da anni e che poi proseguirà nel campo dell’alimentazione delle scuole: “Nell’ultimo decennio abbiamo contribuito con oltre un milione di euro al miglioramento della nostra sanità. Noi ci muoviamo – precisa Girotti Pucci - per aiutare la risposta terapeutica e di prevenzione, ma soprattutto per ridurre l’effetto migratorio che comporta disagi per i pazienti e per i familiari. Dotare il Murri di apparecchiature sempre migliori aiuta a ridurre questa spiacevole realtà”.

A livello nazionale si spende il 6,5% di Pil nella sanità. “Ma le risorse servono sempre. Stiamo andando verso una sanità di ‘iniziativa’, ovvero di offerta ampia. Ma non è facile assicurarla, da qui il ruolo fondamentale delle Fondazioni (e dei privati) per garantire un futuro in buona salute alla popolazione, che sta invecchiando. Per riuscirci dobbiamo ridurre le malattie croniche, arrivando vicini ai territori” prosegue Giuseppe Ciarrocchi, che dell’Ast è direttore sanitario.

Elisa Bitti è l’ingegnere clinico che si interfaccia anche con la Fondazione, per guidare al meglio i percorsi di potenziamento del Murri, si occupa di HtA, health tecnology assessment: “La Fondazione interviene in tutte le strutture, penso alle donazioni peer l’ospedale di Amandola. Questo percorso è partito nel 2015 con la prima donazione di un sistema per video endoscopia ad alta definizione. È iniziato così l’ammodernamento tecnologico del reparto. Nel 2020, in piena pandemia, la Fondazione ha guardato oltre la gestione dell’emergenza, intervenendo in ambito chirurgico, donando l’esoscopio Vitom 3D”.

Oggi si parla di ultra definizione che permette di posizionare nel punto perfetto lo strumento. “Siamo l’unico ospedale nella regione Marche ad avere questo braccio robotizzato”.

E come verrà usato? Al dottor Dallari e al suo staff il compito. “Ho vissuto un crescendo rossiniano dentro l’ospedale di Fermo e con la Fondazione Carifermo. Ricordo il primo incontro, da uomo nuovo non del posto, con l’ingegner Grilli che rimpiango con sincerità. E poi Palma e oggi Girotti Pucci. Con loro, tre donazioni”.

Siamo partiti con la cromo endoscopia, poi è arrivato l’esoscopio che è una telecamera 3D con una centralina collegata a uno schermo tridimensionale, quindi si opera con degli occhialini come se fossimo dentro Avatar” spiega.

Quello che ha a disposizione è uno strumento che nasce per la microchirurgia, che permette al chirurgo di non stare più piegato sulle cose ma di muoversi guardando uno schermo 3D con una definizione decisamente maggiore a quella di un microscopio. Dalle corde vocali all'orecchio, non ci sono confini di azione.

“E soprattutto che permette a tutto lo staff di vedere le stesse cose, dal medico all’infermiere che già può capire cosa serve migliorando i tempi di azione in sala operatoria. Per questo ritegno che sia uno strumento per tutto il dipartimento chirurgico e non solo dell’otorino” sottolinea Dallari.

Tanti gli esempi di utilizzo, anche con colleghi come il dottor Iacoangeli. “Ma tutto questo non bastava, serviva una maggior precisione. Solo che il braccio robotico costava tanto. Ma la Fondazione non ha esitato e oggi possiamo sostituire con il Vitom il microscopio”.

Il dottor Renato Rocchi e il dottor Claudio Carosi, che coordina i 43 infermieri del blocco operatorio, sono due supporti essenziali, come responsabili della parte infermieristica, a cui si aggiungono gli anestesisti. “Nel 2022 abbiamo sforato i 5mila interventi. Di questi 278 dell’otorino, un numero importante considerando che sono solo 30 quelli in urgenza. Coordino un gruppo motivato e giovane, età media di 39 anni, che si forma continuamente, perché per stare in sala operatoria è necessario” precisa Carosi.

“L’infermiere ha un ruolo chiave, il dottor Dallari lo ha ribadito. Per chi è attivo in sala operatoria aggiunge alla laurea un periodo di formazione lungo e complesso. Siamo parte di un team” conclude Rocchi.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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