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Violenza contro le donne, l'identikit della vittima nelle Marche: italiana, sposata e under 50. "Bisogna educare e punire con pene certe"

29 Novembre 2022

FERMO – Maria Lina Vitturini, presidente della Commissione Pari Opportunità delle Marche, si è alzata e nel silenzio ha letto uno per uno i nomi delle vittime dei 15 femminicidi avvenuti nelle Marche dal 2017 ad oggi. Lo ha fatto durante la seduta consiliare aperta per celebrare la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Vitturini ha poi descritto le azioni messe in campo dalla commissione.

Secondo il Rapporto sulla violenza di genere presentato in Aula, da Nicola Baiocchi (FdI) per la maggioranza, Simona Lupini (Misto) per le opposizioni e Manuela Bora (Pd) per il Comitato per il controllo e la valutazione delle politiche, sono state 663 le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza nel 2021: 180 in più rispetto al 2020.

Oltre all'aumento delle utenti che si sono rivolte ai Cav (+37%), si conferma la crescita delle telefonate al 1522 (da 301 a 353), che già nel 2020, in piena pandemia da Covid 19, avevano registrato un aumento di oltre il 70% rispetto al 2019. La classe di età che maggiormente si è rivolta ai Centri è quella tra 40 e 49 anni (197 su 663) e in netta prevalenza sono donne italiane (73,8%).

Analizzando lo stato civile 263 risultano coniugate, il 40% del totale regionale e più della metà (310) viveva con figli minorenni. A conferma di quanto il fenomeno si sviluppi prevalentemente tra le mura domestiche, sia a livello regionale che a livello provinciale, il soggetto maltrattante è prevalentemente il coniuge (38%).

Secondo l'assessore alle Pari opportunità Chiara Biondi "occorre partire dall'educazione, perché alla relazione ci si educa" mentre l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ha parlato della "cultura come prevenzione, della necessità di intransigenza nelle pene e della responsabilità di tutelare i bambini figli di vittime di violenza".

Ad assistere ai lavori alcuni alunni del Polo scolastico Giovanni Paolo II di Fermo e una rappresentanza di giovani calciatrici della Figc Marche che in Aula ha lanciato un appello per contrastare i pregiudizi e le vessazioni anche nello sport. 

 Il Presidente della Giunta regionale, Francesco Acquaroli, in conclusione della seduta ha ribadito che “serve un atto culturale, perché un reato contro una donna è sempre un abominio. Di fronte a queste violenze mai alibi, mai vie di fuga”.

L'Assemblea è stata aperta dal Presidente del Consiglio regionale, Dino Latini, descrive “il sentimento comune di impotenza ma anche di rabbia, per non aver saputo intercettare, contrastare, prevenire scenari di violenza e di omicidi che coinvolgono le donne, e insieme i figli e le figlie, testimoni e vittime dirette». «Un fenomeno - prosegue Latini - che non conosce differenze geografiche o culturali, purtroppo diffuso in qualsiasi ambito socio-culturale, perché scaturito dalle distorsioni culturali, sociali e psicologiche del rapporto uomo-donna”.

Negli spazi accanto all'emiciclo di Palazzo Leopardi e a Palazzo delle Marche sono state collocate le opere della serie «Non canto in pubblico» dell'artista Roberta Conti. 

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