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Un tempio ricco di marmi e una strada, gli scavi di Falerone rivoluzionano la storia. "Servono risorse, imprenditori aiutateci" (video)

13 Settembre 2023

di Raffaele Vitali

FALERONE – “Rivoluzioniamo l’idea di sviluppo di Falerone, di Falerio Picenus”. Le parole dell’archeologo Paolo Storchi danno forza al sindaco Armando Latini che passeggi, insieme con i sovrintendenti Grilli e Sabbatini, sopra un mondo sconosciuto che vuole solo essere scoperto. Come hanno fatto gli archeologi Storchi e Giuseppe Guarino.

Sono bastate due settimane di scavi, dopo studi e una ‘miracolosa’ foto dal satellite di Google della zona archeologica che si riferisce al 29 a.C. fondata da Ottaviano Augusto. “Una zona vista come un ostacolo all’insediamento abitativo e produttivo e quindi da sempre osteggiata. Invece parliamo di una grande opportunità a livello storico, culturale e turistico occupazionale. Soprattutto per i giovani” riprende il sindaco Altini che ha avuto il coraggio di realizzare il piano particolareggiato della zona archeologica, che era fermo da 30 anni.

“Servono regole serve trovare persone sensibili come i proprietari del campo, l’avvocato Clementi e le signore Conoscenti, che hanno permesso all’Università di Bologna, in convenzione con Sovrintendenza e comune, di effettuare gli scavi. Noi ci crediamo, è da qui che pasa il futuro dei giovani”.

Lo scavo è stato emozionante. “Quando ho visto la foto da Google Earth – riprende Storchi - è stato incredibile. Le tracce della vegetazione erano chiarissime. Qui abbiamo un campo di erba medica e muri sepolti. Le piante nate in corrispondenza dei muri, si sono seccate. Quelle accanto hanno con le loro radici trovato terreno fertile e sono rimaste verdi. Nell’istante in cui il satellite ha fatto lo scatto fortunato, abbiamo visto perfettamente il giallo e il verde. Se fosse passato pochi giorni dopo avrebbe trovato tutto giallo e non avremmo avuto quell’aiuto fotografico. Colpo d fortuna, ma che arriva dentro un progetto che mira allo studio della città”.

Sono partiti così gli scavi, sotto l’occhio vigile della Sovrintendenza, in particolare della dottoressa Federica Grilli. “Abbiamo sottoscritto una convenzione alcuni anni fa con l’università di Bologna. Prima abbiamo effettuato i rilievi e poi una prima campagna di scavi. Il tutto propedeutico per scavi a largo raggio. Perché qui c’è al colonia romana, con reperti molto importanti. Già con i primi sondaggi sono emersi reperti unici”.

Unici come il tempio che si trova nel primo scavo e la strada che rivoluziona l’idea di sviluppo di Falerone. L’obiettivo di Altini è di portare avanti gli scavi, ma è evidente che “non basta trovare, serve mantenere quanto si trova” ricorda la Sovrintendente che è affiancata dal dottor Sabbatini, che prenderà il suo posto come responsabile di fermo ora che la Sovrintendenza Marche Sud è ufficialmente operativa.

“Servirebbero sponsor importanti per portare avanti la campagna di scavi. È evidente ora che siamo nel cuore della colonia. Il nostro è l’unico teatro romano fruibile. Poi abbiamo cisterne, acquedotto e anfiteatro. E tanti altri reperti ci sono sotto qualche metro di terreno, per non dire centimetro. Magari chi ha reso bello il Colosseo potrebbe aiutarci” ribadisce il sindaco mandando un elegante messaggio a Diego Della Valle.

Di risorse però ne serviranno davvero molte, visto che sotto il terreno c’è una intera città. Si parla di milioni di euro per fare tutto, centinaia di migliaia per poterne portare in luce almeno una parte. Di queto ha voluto parlare il sindaco pubblicamente, chiamando a raccolta i suoi cittadini. E in duecento hanno risposto presente, sedendosi all’interno del teatro per ascoltare chi gli scavi li ha effettuati, chi li ha voluti. “Noi siamo anche pronti a metterci fondi comunali, ma è chiaro che servirà il supporto” ha ricordato.

Prima della ‘meraviglia’ emersa e oggi ricoperta per evitare che si rovini, numerose sono state le azioni. Prima il rilievo 3D delle strutture emergenti, indagini non invasive con i georadar e magnetometro. “Abbiamo capito che c’era un quartiere a nord del teatro e ci siamo concentrati in quell’area. Uno scavo non ad ampio raggio, ma mirato con l’obiettivo di verificare se quei dati acquisiti effettivamente corrispondevano alla realtà”. E così è stato. “Quello che ha sorpreso tutti è lo stato di conservazione eccezionale. Non me lo sarei mai aspettata” precisa la Grilli.

“Questa è una città di cui consociamo molto poco, incluso l’impianto urbano. C’è tanto da fare, costruire e valorizzare” aggiunge Storchi che con Guarino e un team di giovani studentesse, che hanno lavorato senza sosta sotto il sole, ha potuto stupirsi per primo: “Abbiamo cominciato a far raccontare la storia al terreno”. Ora regna il silenzio, ma il sindaco sa che in Sabbatini ha un alleato e di certo non si fermerà fino a che le risorse non arriveranno.

@raffaelevitali

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