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Terza corsia, il piano c'è. Valentini: arretramento di 14 chilometri, 2.5miliardi di costo e 12 anni di lavori

15 Luglio 2022

FERMO – “Un piano concreto che segna il futuro viario della provincia di Fermo”. Lo hanno presentato Massimo Valentini, presidente dell’associazione San Giacomo della Marca, Federico Vitali, imprenditore, e gli ingegneri Tartaglini, ex dirigente della Provincia che ha pianificato le strade picene e fermane per decenni, e Pescatore. “Siamo entrati nel merito del tracciato dell'A14, che verrà condiviso con i vari sindaci. Già ne abbiamo parlato con diversi, incluso quello di San Benedetto” ha chiarito Valentini.

Ma cosa prevede? “Inizialmente pensavamo di partire dal casello di Porto Sant’Elpidio e salire sull’ala destra del Tenna, uscendo a Campiglione per arrivare a Montefiore via Valmir. Ma abbiamo subito capito, parlando con alcuni sindaci, che è meglio il lato sinistro del fiume per non tagliare fuori una fetta importante dell’area produttiva, vedi la zona di Grottazzolina” spiegano i tecnici.

Il cambio di ipotesi comporta un arretramento maggiore, no più dieci ma 13.14 chilometri dall’attuale sedime. “La metà del tragitto – proseguono – sarà in galleria. In totale parliamo di 35 chilometri”.

Federico Vitali ha ricordato un passaggio chiave della storia regionale: “Tutti erano contrari alla Quadrilatero quando ero presidente di Confindustria Marche, oggi è la prima risorsa per turismo ed economia. E poi, già nel 1988, ministro Ferri, fu creata la commissione Corridoio Adriatico per l’arretramento dellA14. Poi la società del tempo fece altro. C’era un piano a fine anni 80 per l’ampiamento Civitanova – Giulianova e anche a Porto San Giorgio negli anni ’70 se ne parlava”.

Per la serie, se solo si vuole si può. “Anche perché – ribadisce Valentini – ho incontrato i vertici di Ministero e Autostrade che confermano la possibilità. Ma serve l’intesa delle comunità”. Gli esperti hanno studiato i tempi, 12 anni per arretrare tutto, “otto se si punta solo al tratto dopo Pedaso”, e i costi, “ci vogliono 1,5 miliardi per l’arretramento completo”.

Il tutto sta nel ragionare come Vitali che parla di “investimento in caso di arretramento”, che invece diventerebbe costo se ragionato a pezzi. “Il nostro piano – concludono – ora passerà al vaglio dei sindaci. Anche il governatore Acquaroli è stato chiaro: vuole un’idea definitiva dai territori entro l’estate, altrimenti prenderà decisioni a prescindere. Quindi dialoghiamo e modifichiamo dove e se necessario. Di certo inseriremo anche una valutazione sulla ferrovia, perché un ragionamento complessivo è fondamentale. d’altro ci sono già comuni come Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio e Pedaso che hanno deliberato il duplice arretramento”.

Ora sta ai contrari e agli 'alternativi' mettere in campo un piano altrettanto concreto. E farlo in tempi rapidi, Regione e Ministero hanno fretta, l'occasione non va sprecata, opere compnsative incluse.

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