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Svizzera e Corea, due lampi nel buio. Il distretto del cappello si aggrappa alle griffe e aspetta l'Italia

5 Luglio 2021

MONTAPPONE – Tutti in casa, difficile pensare che si usino i cappelli. Anche se belli, ben fatti e frutto del genio italiano. A dirlo sono i numeri dell’Istat rielaborati da Tessilvari. Chiaramente, rispetto ai primi mesi del 2020, l’anno in corso presenta dati migliori.

Ci sono dati contrastanti. Da un lato il -33,8% di cappelli di paglia, destinato però a cambiare quando arriveranno i numeri del terzo trimestre “visto che parliamo di un prodotto estivo” commenta l’imprenditore Paolo Marzialetti. E per fortuna le esportazioni con un -17% contro il -33 dei primi mesi del 2019.

Chi cresce è invece il mondo dei berretti. E il motivo è semplice: le riffe hanno ripreso a produrre e vendere. Da qui il +148,9% della Svizzera che fa da traino a tutto il sistema, che chiude il primo trimestre con un +50% di esportazioni e un +6% di import, che è da sempre dominato dalla Cina con il 35% del totale.

“La Svizzera è il polo logistico del lusso e ha ripreso a correre. Anche rispetto al 2019, quando ancora la pandemia non era un fattore (+68,7%), e il settore era già in crisi. Questa impennata del segmento del lusso è la diretta positiva conseguenza dovuta alla rapidissima implementazione delle strategie di marketing dei maggiori brand a livello globale che hanno puntato tutto sulle loro piattaforme digitali per far fronte al calo delle vendite in presenza causato dall’emergenza sanitaria e ai conseguenti lockdown” ribadisce Marzialetti.

Dopo la Svizzera, sul podio dell’export salgono Francia (7,4 milioni di euro, +43,3% che diventa +49% rispetto al 2019), Germania (6,8 milioni di euro, +69,57% e +43,9%). Crescita in doppia cifra per gli Stati Uniti, con 4,8 milioni di export.

Uno dei mercati classici, quello inglese, ha risentito invece in maniera pesante del Coronavirus e delle politiche restrittive governative: 2,9 milioni di euro e -33% “per il Paese che aveva accelerato prima di altri sulla vaccinazione ma oggi è alle prese con la variante Delta”.

L’impatto per il distretto fermano – maceratese è ovviamente pesante, visto che il 70% del valore in termini di aziende, addetti e fatturato si trova in questo spicchio di Marche che dà lavoro a 1500 persone in 90 aziende che fatturano circa 80milioni di euro: Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado, Falerone, Mogliano, Loro Piceno, Sant'Angelo in Pontano. “Il core-business è comunque rappresentato dai soli comuni di Montappone e Massa Fermana, dove risiedono oltre l'80% delle aziende del Distretto e circa il 50% di quelle su scala nazionale”.

Tornando ai numeri, corre la Polonia (2,1 milioni di euro, +150,5%) che già prima del Covid era

uno dei più reattivi mercati europei, mentre crolla la Spagna, 2,1 milioni di euro, -6,2%). Ha rirpeso a vendere il Giappone, 1,6 milioni, come tutto l’Oriente, la Corea ha chiuso con un +250%. “Purtroppo – ribadisce Marzialetti - in questo primo trimestre 2021 non è pervenuta la Russia, verso la quale non ci sono state ancora vendite rilevanti”.

Quello che continua a preoccupare è il mercato interno. “Malgrado la grande campagna vaccinale iniziata da qualche mese, anche nel nostro paese. Il dato positivo continua ad essere il boom delle vendite online delle piattaforme digitali dei principali brand della moda a livello globale, che trainano tutti i comparti produttivi, ma che non risolvono in ogni caso un 2020 nero per gli acquisti in Italia, considerato anche il crollo dei flussi turistici dall’estero e dei mancati introiti da essi derivanti”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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