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Spese pazze in Regione, il pm chiede la condanna di 31 consiglieri, quattro fermani. La difesa pronta all'arringa, sentenza a luglio

20 Giugno 2023

FERMO – Il procuratore Ruggiero Dicuonzo, che in aula ha sostenuto l’accusa nel processo sulle spese dei consiglieri e gruppi regionali oltre che fi alcuni addetti, ha formulato le richieste di condanna per 31 dei 38 imputati a processo (la maggior parte già assolti dalla Corte dei conti, ndr). Erano 55 all’inizio dell’indagine.

I fatti si riferiscono al periodo 2008-2012, sarà il collegio penale presieduto dalla giudice Edi Ravaglia a emettere sentenza nell’udienza dell’11 luglio. Prima di quella data, sono previste le arringhe della difesa in tre udienze, in base all'ordine alfabetico, l'ultima il 4 luglio.

Nomi importanti della politica restano così coinvolti. Stando alle accuse, avrebbero utilizzato soldi pubblici per spese personali o non ammesse: libri, pranzi, spostamenti, acquisti di occhiali, donazioni di beneficenza e altro. Contestata complessivamente la spesa di 1,2 milioni di euro assegnati ai gruppi consiliari in quegli anni. Per tutti l’accusa è di peculato.

Due anni sono stati chiesti per gli ex consiglieri regionali Gianluca Busilacchi e Giancarlo D'Anna. Due anni e dieci mesi sono stati chiesti per Luca Acacia Scarpetti, Raffaele Bucciarelli, Valeriano Camela, la fermana Graziella Ciriaci, Elisabetta Foschi, Sara Giannini, Paola Giorgi, Marco Luchetti, Luca Marconi, Almerino Mezzolani, l’ex consigliera Dem Rosalba Ortenzi, Fabio Pagnotta, Paolo Perazzoli, l’elpidiense Paolo Petrini, Angelo Sciapichetti e Umberto Trenta. Tre anni di condanna chiesti per Adriano Cardogna, Sandro Donati, Paolo Eusebi, l’ortezzanese Maura Malaspina, Enzo Marangoni, Erminio Marinelli, Francesco Massi Gentiloni, Giulio Natali, Mirco Ricci.

Tra le richieste di condanna spicca quella del neo sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, per il quale sono stati chiesti tre anni per spese contestate (di poco superiori a 3.000 euro, prevalentemente per contratti di collaborazioni) tra il 2010 e il 2012, quando era consigliere regionale e capogruppo di Futuro e Libertà. In caso di condanna, per la legge Severino, verrebbe sospeso per un anno e mezzo dalla sua carica.

Ci sono anche l'attuale presidente del consiglio regionale Dino Latini (Udc, Popolari Marche), chiesti tre anni anche per lui, il deputato della Lega Mirco Carloni, per cui sono stati chiesti 2 anni e 10 mesi di condanna, così come per l'attuale sindaco di Loreto Moreno Pieroni (socialista).

Chiesta invece l'assoluzione per gli ex consiglieri regionali Fabio Badiali, Enzo Giancarli, Gino Traversini e gli ex addetti Giuseppe Canducci, Massimo Di Furia, Giuseppe Pieroni perché il fatto non sussiste. Prescrizione infine per Guido Castelli, oggi senatore di Fdi e commissario alla ricostruzione post sisma 2016. In aula tramite i rispettivi legali gli imputati hanno sempre sostenuto la propria innocenza rispetto alle accuse mosse.

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