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Spese facili in Consiglio regionale delle Marche. La sentenza sarà il 13 luglio

5 Luglio 2023

ANCONA - Verrà emessa giovedì 13 luglio la sentenza per il processo delle cosiddette spese facili in Consiglio regionale delle Marche. La vicenda è quella dei consiglieri regionali e addetti ai gruppi consiliari in carica tra il 2008 e il 2012 che avrebbero, stando alle accuse, utilizzato soldi pubblici per spese personali o non direttamente connesse ad attività consiliari. Il verdetto sarà pronunciato alle 14.30, dopo le repliche previste a partire dalle 9.30. La data è stata comunicata nella giornata di ieri, dal collegio penale del tribunale di Ancona, a conclusione delle arringhe delle difese. Inizialmente la sentenza era prevista per l'11 luglio.

La procura, con il pm Ruggiero Dicuonzo, ha già formulato nell'udienza del 20 giugno scorso, le richieste di condanna per 31 dei 38 imputati rimasti a processo per peculato (inizialmente erano 55 ma per 16 posizioni è già intervenuta la prescrizione).

Nel mirino della guardia di finanza erano finiti i costi per libri, pranzi, spostamenti, acquisti di occhiali, donazioni di beneficenza e altro. Contestata complessivamente la spesa di 1,2 milioni di euro assegnati ai gruppi consiliari in quegli anni. Per tutti l’accusa è di peculato.

Nello specifico due anni sono stati chiesti per gli ex consiglieri regionali Gianluca Busilacchi e Giancarlo D'Anna. Due anni e dieci mesi sono stati chiesti per Luca Acacia Scarpetti, Raffaele Bucciarelli, Valeriano Camela, la fermana Graziella Ciriaci, Elisabetta Foschi, Sara Giannini, Paola Giorgi, Marco Luchetti, Luca Marconi, Almerino Mezzolani, l’ex consigliera Dem Rosalba Ortenzi, Fabio Pagnotta, Paolo Perazzoli, l’elpidiense Paolo Petrini, Angelo Sciapichetti e Umberto Trenta. Tre anni di condanna chiesti per Adriano Cardogna, Sandro Donati, Paolo Eusebi, l’ortezzanese Maura Malaspina, Enzo Marangoni, Erminio Marinelli, Francesco Massi Gentiloni, Giulio Natali, Mirco Ricci.

Tra le richieste di condanna spicca quella del neo sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, per il quale sono stati chiesti tre anni per spese contestate (di poco superiori a 3.000 euro, prevalentemente per contratti di collaborazioni) tra il 2010 e il 2012, quando era consigliere regionale e capogruppo di Futuro e Libertà. In caso di condanna, per la legge Severino, verrebbe sospeso per un anno e mezzo dalla sua carica.

Ci sono anche l'attuale presidente del consiglio regionale Dino Latini (Udc, Popolari Marche), chiesti tre anni anche per lui, il deputato della Lega Mirco Carloni, per cui sono stati chiesti 2 anni e 10 mesi di condanna, così come per l'attuale sindaco di Loreto Moreno Pieroni (socialista).

Chiesta invece l'assoluzione per gli ex consiglieri regionali Fabio Badiali, Enzo Giancarli, Gino Traversini e gli ex addetti Giuseppe Canducci, Massimo Di Furia, Giuseppe Pieroni perché il fatto non sussiste. Prescrizione infine per Guido Castelli, oggi senatore di Fdi e commissario alla ricostruzione post sisma 2016. In aula tramite i rispettivi legali gli imputati hanno sempre sostenuto la propria innocenza rispetto alle accuse mosse.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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