di Raffaele Vitali
FERMO – L’ospedale della luce, così ama definirlo il progettista e direttore dei lavori, l’architetto Giuseppe Manara. “Ricordo ancora quando l’ho pensato, ero in volo verso Dubai per un altro cantiere e ho preso un foglio e ho iniziato a fare uno schizzo. Poi, una volta atterrato l’ho mandato all’azienda e il resto è cronaca”.
Strappa a tutti un sorriso con il suo parlare veloce e appassionato di chi ha costruito ospedali in mezza Italia, e non solo. “Abbiamo ormai completato il 95% dei lavori, in corso c’è la palazzina covid aggiunta con la variante. Ma il più è fatto, dall’impiantistica agli spazi. Parliamo di una struttura di 68mila metri quadri, un ospedale che avrà anche un ambiente che cura, la stessa architettura, come è concepito”.
È soddisfatto, perché “di realtà come questa non ce ne sono molte, ne ho vista una in Germania. Quando verrà inaugurata, penso entro il 2025 visto che noi puntiamo a consegnarla tra sei mesi, Fermo avrà una disposizione 372 posti letto, di cui 32 per terapia intensiva e 53 per il day hospital”.
Dieci le sale operatorie e 760 posti auto. “A questo abbiamo aggiunto – precisa l’assessore regionale all’edilizia sanitaria – una nuova viabilità che rende l’ospedale raggiungibile da ogni punto della provincia”.
Al fianco di Manara e dei vertici della Carron Spa, l’azienda di Treviso che ha realizzato l’opera da 180 milioni di euro, c’erano il governatore Francesco Acquaroli, insieme con i consiglieri regionali Putzu, Marcozzi e Marinangeli oltre ai tecnici della Regione, il sindaco Paolo Calcinaro, oltre a numerosi primi cittadini del territorio, da Grottazzolina a Ponzano e Monte Urano.
Tra poco a disposizione ci sarà una struttura isolata sismicamente, grazie alle ultime tecnologie: dissipatori viscosi e isolatori elastometrici. “Quello della sicurezza di fronte a ogni emergenza era un requisito imprescindibile ora lo riempiremo delle migliori tecnologie” aggiunge Acquaroli.