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Solo il meglio per Tipicità, anche dietro i fornelli. Di Girolami e il team di chef campioni d'Italia: "Ognuno impara dall'altro"

11 Marzo 2024

FERMO – Il Giappone incontra le Marche anche in cucina. Una cena Nippo-Marchigiana ha accompagnato la serata di gala di Tipicità. Tra autorità politiche, imprenditori e il vulcanico rettore di Macerata Mc Court, il palato ha fatto da ambasciatore del buono che può nascere unendo sempre più le due culture.

Dieto i fornelli un big team di giovani e già affermarti chef capitanati da Gianmarco Di Girolami, spalla del responsabile dell’Accademia di Tipicità Luca Facchini, e fresco campione italiano di ‘cucina calda a squadre’ insieme con la collega ‘con la valigia’ Barbara Settembri e altri cuochi marchigiani guidati per l’occasione dal presidente regionale Luca Santini. Per l’occasione dalla Francia è tornato anche chef Daniel Orso.

A Fermo Di Girolami ha presentato un menu ambizioso con due piatti giapponesi, come il Masu Kobujime e il Tonjiru, insieme con altri marchigiani, dal girello di vitello al cappellaccio farcito al brasato con tartufo e crema di pecorino, dal capocollo con zuppetta di legumi e un dolce fiore al fondente e visciole.

A Rimini, invece, poche settimane fa, aveva trionfato garantendo 40 coperti, questo prevedeva il concorso, diventati poi il pasto dei giudici che hanno prima osservato il modo di cucinare e poi hanno testato il risultato. “Perché alla fine è il gusto che fa la differenza” ammette di Girolami, “anche se – riprende – c’è sempre più attenzione allo smaltimento differenziato dei  rifiuti, al recupero di ogni parte, all’armonia anche della brigata”. A conquistare tutti i giurati a Rimini sono stati una tartelletta al quinto di faraona, una faraona in porchetta e un risotto dolce alle fragole.

“È stato impegnativo. Si parte con una verifica delle materie prime che abbiamo portato, poi dopo qualche ora, si entra in gioco con il primo piatto del team Marche. Tra le comande generali arrivano anche quelle dei giudici, ma noi non sappiamo a chi andrà il piatto. Dopo anni di secondo posto, finalmente l’oro” racconta lo chef di Offida che è ormai di casa nel Fermano proprio grazie al festival Tipicità.

Non è facile per uno chef dedicare tempo alle competizioni dell’associazione e a manifestazioni come Tipicità, con cene che diventano dei veri momenti di business e conoscenza fra imprenditori, giornalisti e autorità: “Ci alleniamo, ci prepariamo e al contempo mandiamo avanti i nostri ristoranti. A volte non ci si rende conto del lavoro che c’è dietro a un piatto, ancora di più coni tempi della competizione”.

Non è uno che parla molto Di Girolami, tanto che quando ha preso il microfono alla cena di gala di Tipicità sono rimasti un po’ tutti stupiti. Ma descrivere un piatto è ormai parte del lavoro di un cuoco, soprattutto se a fianco hai un giapponese come Takashi Kido.

“Quando c’è armonia i risultati arrivano sempre. In ogni occasione. Vincere i campionati italiani ci ha ripagato di tanta fatica e ci dà la carica per nuove sfide che significano sempre lavoro, studio e preparazione. C’è sempre qualcosa da imparare dal cuoco al tuo fianco e questa è anche la nostra forza, siamo plurali nella regione ma uniti dietro i fornelli” conclude Di Girolami incassando con il team il doppio applauso, prima a Rimini dai giurati nazionali e  poi a Fermo dai commensali del festival made in Marche.

Raffaele Vitali

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