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Sollievo, il progetto che ricarica le pile ai familiari dei disabili: weekend in sicurezza tra educatori e operatori

21 Aprile 2021

FERMO - Un’estate diversa per i disabili del Fermano e per i loro familiari. Con i secondi che potranno prendersi una “pausa” e staccare per qualche giorno e i primi che saranno seguiti da educatori e operatori qualificati.

Partirà a giugno il progetto sperimentale “Sollievo”, dell’Ambito sociale 19, rivolto alle famiglie con disabili psico-fisici. Il servizio, gratuito, sarà attivo fino a tutto ottobre. Settantadue le persone che potranno usufruirne (64 nei weekend, 8 nelle settimane di agosto), segnalate dall’Umea (Unità multidisciplinare per l’età adulta) e che saranno ospitate in uno degli Cser (Centro socioeducativo riabilitativo) del territorio dell’Ambito 19.

«Un modo – si legge nella delibera di giunta del Comune di Fermo – con cui il familiare può prendersi un po’ di tempo per sé e l’assistito trovarsi in un ambiente idoneo con operatori appositamente formati per accoglierlo e accudirlo». Una boccata d’ossigeno per tante famiglie che, nell’ultimo anno, hanno patito le limitazioni imposte dal Covid. E che adesso potranno riposarsi e ricaricarsi.

«Il progetto – prosegue la delibera – intende riprodurre una situazione familiare nella quale il ruolo educativo dei genitori è svolto da operatori e educatori professionali preparati e fortemente motivati. Trattandosi principalmente di un servizio per il fine settimana, l’obiettivo principale è fare del tempo libero un’occasione per rilassarsi e divertirsi. Non meno importanti sono lo sviluppo dell’autonomia personale, la partecipazione-integrazione sociale, oltre che far ritrovare spazi ai caregiver familiari e diminuire, attraverso il distacco graduale, l’ansia del “dopo di noi” delle famiglie».

Un clima familiare, insomma, in cui i disabili, protetti e accuditi, potranno sperimentare un po’ di autonomia al di fuori delle mura di casa e i loro parenti dedicarsi a loro stessi e alle attività che spesso sono costretti a trascurare. Anche per via del Covid, che ha a lungo stoppato le attività dedicate ai disabili, chiusi per mesi in casa assieme ai loro cari.

Oltre alla presa in carico e all'assistenza, il servizio comprende la mensa, con colazione, pranzo e cena (circa 15 euro, a carico delle famiglie). Del trasporto da e per la struttura dovranno occuparsi i famigliari dei disabili. Nel centro, il rapporto sarà di un operatore ogni due utenti, ma potrà diventare di uno a uno «in caso di comprovata necessità, con integrazione della spesa da parte della famiglia». Prevista, al bisogno, anche l'assistenza infermieristica.

Francesca Pasquali

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