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Silenzi, Cna: "Dateci una visione di futuro e noi investiamo". Il 2021 anno dell'edilizia "ma servono aiuti per la manifattura"

22 Dicembre 2020

FERMO – Dare un’anima ai numeri, mica facile in tempi di crisi. Ha ragione Papa Francesco, bisogna riflettere su come cambiare l’economia. Soluzioni, chissà, ma dentro la Cna di Fermo ci provano. Legge il suo primo intervento Paolo Silenzi, anche per evitare autogol in stile Guzzini, e tocca diversi punti. “Tutto il settore moda e la sua filiera sono in ginocchio. Siamo la provincia che più ha perso a livello di imprese” sottolinea il presidente.

Nel Fermano il decennio è segnato da un -11,4% di imprese, contro il -8,4% regionale. “Lo sapevamo quando abbiamo chiesto l’area di crisi complessa e bene lo ha capito la presidente della Provincia Moira Canigola che ha saputo far fare squadra al territorio” prosegue il numero uno della Cna di Fermo. E si arriva ai benefici fiscali da cui il Fermano è escluso: “Rischiamo di restare fermi per sempre. La politica deve riequilibrare, non acuire differenze. La Regione ha un doppio compito: incidere sul Nazionale e da un punto di vista diretto con politiche mirate per colmare il gap”.

Le imprese attive calano del 25% rispetto al 2019. Chiaramente il settore più colpito è il manifatturiero: -55, che diventa un -122 insieme ai cugini del maceratese. Poche le nuove aperture “manca la mancanza di spinta verso il futuro e si rischia di acuire il distanziamento non solo sociale ma economico e quindi di prospettiva. L’anno della pandemia deve aprire nuove prospettive”.

Eppure, il mondo degli artigiani vuole avere fiducia nel futuro. Servono però supporti, di certo arriveranno da Camera di Commercio e Regione. “Ci sono comuni che hanno una incidenza della calzatura per il 43-44% di imprese iscritte (Si arriva al 65% a Montegranaro e Porto Sant’Elpidio, ndr). Oltre 20mila dipendenti, per cui è chiaro che come ente camerale abbiamo un’attenzione particolare dato che parliamo di un settore in cui il costo della manodopera incide per il 70%, da qui l’importanza di azioni sul costo del lavoro”. Dal credito ai voucher per le fiere passando per gli showroom virtuali che stanno funzionando e che la Regione conferma, seguendo il percorso avviato con la precedente amministrazione” sottolinea Gino Sabatini.

Nel 2021 bisogna essere realisti: “Servono progettazioni condivise. Facciamolo capire ai piccoli imprenditori che insieme si può innovare il processo produttivo e cambiare la promozione all’estero muovendosi dentro una filiera produttiva”. L’ambizione di Sabatini è avviare un processo di ricapitalizzazione delle Pmi.

La Regione, per il Fermano, è Andrea Putzu, presidente della commissione attività produttive: “Siamo impegnati nel bilancio di previsione. Abbiamo stanziato nuove risorse per le aree di crisi (circa 10milioni, ndr) e inserito fondi per l’accesso al credito anche per imprese che hanno aperto tra marzo e novembre. Noi vogliamo farle sopravvivere e aiutare il coraggio”.

La manifattura deve essere il volano, sapendo che nel breve chi riprenderà con più sprint saranno le ricostruzioni: “Deve essere così. Altrimenti – ribadisce il direttore della Cna, Alessandro Migliore – significherebbe che la ricostruzione resta ferma. E invece, tra questo e il super bonus ci sono ampi margini di manovra. E si sa bene che l’edilizia ha una filiera lunga”.

La dinamicità il Fermano non l’ha persa, lo dimostrano anche le assunzioni in questi mesi, chiaramente favorire dal blocco licenziamenti. “Ma questo significa che l0imprenditore, se messo in condizione, è pronto a investire. Quindi, interventi giusti, rapidi e veri. Nessuno vuole vivere di ristori, non è possibile. quello che la politica deve dare è una progettualità, una visione. Dobbiamo offrire uno scenario a medio termine, l’imprenditore non si tirerà indietro dagli investimenti. Quando il Mise ci ha chiesto chi avrebbe investito sul distretto, sono arrivate più di 300 domande che possono diventare investimenti se la Regione stanzia risorse, se lo fa il Mise per i macro progetti” conclude Paolo Silenzi che vuole guardare al futuro con quella speranza chiesta da Papa Francesco. Certo, se poi arrivassero anche le infrastrutture tutto verrebbe agevolato.

r.vit.

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