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Siccità, cala la produzione di grano e si impennano i prezzi. Cesetti e Coldiretti: "La Regione intervenga"

20 Giugno 2022

FERMO – Siccità, un problema che davvero preoccupa le Marche e nel suo piccolo il Fermano. A ribadirlo è il consigliere regionale Fabrizio Cesetti: “La Regione Marche non può continuare a far finta di nulla. E le stesse parole del presidente del Consorzio di bonifica Claudio Netti sui rischi di una crisi idro-potabile sull'intero territorio regionale, che potrebbe entro la fine dell'estate portare la necessità di razionare l'acqua, richiedono da parte della giunta regionale risposte immediate".

Le Marche sono il terzo granaio d’Italia dopo Sicilia e Puglia. Oltre 100mila ettari sono coltivati a grano duro (4,2 milioni di quintali di produzione 2021, secondo Istat) mentre il grano tenero ne conta quasi 14mila con una produzione di 684mila quintali.

“A preoccupare le imprese – spiega Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche - è la riduzione delle rese ma in gravissima difficoltà ci sono girasole, mais, e gli altri cereali. Per non parlare di pascoli, alimentazione animali, ortaggi e frutta. In questo scenario di profonda emergenza  idrica è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”.

Forte di questo, Cesetti è primo firmatario di una interrogazione al presidente Francesco Acquaroli, sottoscritta dall'intero gruppo Dem, per conoscere se e quali provvedimenti si intendano adottare per supportare il settore agricolo marchigiano.

"La situazione sta diventando davvero drammatica: agli enormi problemi già creati dagli aumenti del costo del carburante, dei mangimi e dei fertilizzanti provenienti dalle zone interessate dal conflitto russo-ucraino, si somma lo spettro generato dai cambiamenti climatici con lunghi periodi di siccità, intervallati da sporadici ma violenti eventi piovosi e perfino da devastanti grandinate, che vanno a minare l'agricoltura marchigiana e, in particolare, vigneti, frutteti e colture di cereali".

Quello che i Dem chiedono è “una pianificazione di interventi volti a mettere al riparo già da ora il nostro settore agricolo". Stando alla Coldiretti, il calo produttivo sarà del 10%. Un danno che si somma agli altri in corso.

“È il caro carburante il secondo aspetto che piega gli agricoltori in questo periodo con il prezzo che negli ultimi due anni è più che triplicato superando anche la soglia dell’1,50 euro al litro. Una minor produzione che fa i conti anche con l’aumento del resto delle materie prime come concimi (+170%) e sementi (+90%). Morale, secondo uno studio del Crea le aziende cerealicole hanno oltre 18mila euro di spese correnti in più in un anno” aggiunge la presidente Gardoni.

“La conseguenza – riprende il direttore Frau – è per i consumatori con i prezzi che dal grano al pane aumentano da 6 a 12 volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito venduto da 2,7 euro al chilo a 5,4 euro al chilo”.

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