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Scuola bagnata, scuola fortunata: ritorno in sicurezza. "Coperte in aula, così arieggiamo dopo ogni lezione"

25 Gennaio 2021

di Francesca Pasquali

FERMO - Ritorno in classe sotto la pioggia per gli studenti delle scuole superiori del Fermano. Stamattina, metà di loro sono tornati in classe. Ieri sera, dopo tre mesi, hanno rifatto gli zaini e stamattina hanno rimesso piede in aula.

Un ritorno anticipato di una settimana, che ha fatto discutere e messo in difficoltà scuole e trasporti. Le prime, in pochissimo tempo, hanno dovuto decidere se applicare il famoso cinquanta per cento all’istituto o alle singole classi. Dappertutto è passata la prima opzione, con qualche distinguo sui giorni e al Carducci con alcune classi divise a metà perché troppo numerose.

Gli autobus, per adesso, reggono. Viaggiare a metà capienza con metà degli studenti non dovrebbe creare problemi. Alla flotta della Steat si sono aggiunti tredici pullman. Erano in strada già a settembre, quando a scuola andavano tre quarti degli studenti. Va da sé che adesso le cose scorrano lisce. Niente pienone ai maxiparcheggi all’orario di uscita.

Tra gli studenti dimezzati e quelli andati a scuola in auto, ad aspettare il pullman ci sono poche decine di ragazzi. Quasi tutti dei primi anni. Si dividono in due gruppi: quelli contenti di essere tornati (non tantissimi) e quelli che avrebbero preferito restare a casa (i più). «Era meglio continuare con la didattica a distanza. Stare cinque ore a scuola con la mascherina non è facile», dice una ragazza del Liceo delle scienze umane.

L’impressione è che, a forza di fare lezione a casa davanti a un computer, gli studenti si siano disabituati alle regole della scuola. Stare seduti per tutta la mattina, seguire le lezioni che si susseguono una dopo l’altra e non potersi alzare a piacimento, stamattina, a tanti ha pesato.

Anche a quelli che, fino a pochi giorni fa, chiedevano di tornare in classe e che adesso sembrano averci ripensato. Lo ammette candidamente una ragazza, sempre delle Scienze umane. «Con la dad basta che ti alzi dieci minuti prima. Ho sempre preso bei voti e non sono rimasta indietro. A casa mi sentivo più sicura. Fosse dipeso da me, avrei continuato così».

La paura del contagio circola tra i giovani tornati in classe. A scuola – dicono – le regole si rispettano, ma non si sa mai. Ma c’è anche chi di restare a casa non ne poteva più e stamattina scalpitava mentre aspettava il pullman. «Le mascherine le portiamo tutti. I banchi sono distanziati e, a ogni cambio d’ora, apriamo le finestre dieci minuti. Abbiamo anche le coperte per non sentire freddo. Il problema è che, soprattutto fuori da scuola, non tutti rispettano le regole» aggiunge un ragazzo alla fermata dell’autobus.

Il mezzo arriva e lui sale. Dentro, i sedili sono occupati per metà, uno studente ogni due. Sui posti dove non ci si può sedere ci sono dei cartelli. «Non è così dappertutto. Il mio stamattina era quasi pieno», dice una ragazza. Lei ha perso il pullman e aspetta che i genitori la passino prendere. Ci vorrà un po’ per riabituarsi ai ritmi di prima.

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