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Scarpe, il mercato riparte. Tranne che nel Fermano: -12%. De Grazia: "Blocco licenziamenti, salvi 3mila posti"

29 Giugno 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – In attesa del quarto trimestre, che tutti sperano sia quello del vero rilancio con tanto di fiere in presenza, i dati del mondo calzaturiero sono davvero in chiaroscuro. Se nel 2020 la pandemia si è tradotta in una contrazione di un circa un quarto per fatturato e produzione nazionale, l'allentamento delle restrizioni ha favorito nei primi mesi dell'anno il ritorno a livelli di attività meno negativi per quanto ancora sottotono.

“Guardando ai dati regionali, spicca il +28,7% della Toscana rispetto allo stesso periodo 2020 insieme al +11,5% del Piemonte e al +6,2% del Veneto. Ma il saldo è negativo soprattutto per Marche (-11,7%) ed Emilia Romagna (-32,1%). Stabile (-0,7%) la Lombardia” commenta Siro Badon, presidente nazionale di Assocalzaturifici.

IL DISTRETTO

I dati sono stati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda e fanno emergere le difficoltà del distretto fermano con un calo del 16,5% a cui si aggiunge il -22,7% di Ascoli Piceno e un piccolo passo in avanti per Macerata, +4,5%. “I tempi di recupero non saranno brevi, con pesanti conseguenze sulla selezione tra le imprese e la tenuta occupazionale. In particolare, la produzione evidenzia nel primo trimestre una flessione del -6,4% su gennaio-marzo 2020 e addirittura un -30% circa sull'analogo periodo 2019 pre-pandemia. Sul mercato interno, gli acquisti mostrano un calo del -3,5% in quantità e del -6,9% in termini di spesa, con un divario superiore al -20% sul 2019”. E come se non bastasse, prosegue la crescita del ricorso alla cassa integrazione, con Toscana, Campania e Marche (3,7 milioni di ore) in testa alla poco lusinghiera classifica.

LICENZIAMENTI RINVIATI

Per ora i posti di lavoro nel settore sembrano garantiti, ma è solo un altro rinvio. “Nel Fermano, tornando al blocco dei licenziamenti, potremmo dirci soddisfatti e tirare un sospiro di sollievo, visto che il Governo sembrerebbe intenzionato a mantenere il blocco fino al 31 ottobre per il sistema tessile/moda. Una soddisfazione a metà perché – spiega Alessandro De Grazia, segretario Cgil Fermo -  pur apprezzando la parziale proroga, che da nostre stime porrebbe significare per il calzaturiero aver arginato la perdita di circa 3000 posti di lavoro, non saremo soddisfatti finché questa previsione non riguarderà tutte le lavoratrici e lavoratori di tutti i settori”. La sfida è riformare il sistema: “Nuovi ammortizzatori sociali per ogni tipologia di contratto e azienda; riforma del fisco che riduca il carico sui redditi; pensione a 62 anni o con 41 anni di contributi senza limiti di età” prosegue De Grazia.

L’EXPORT

Si vedrà, intanto ci si attacca per il calzaturiero al +3% dell’export, che è quasi nulla. “La chiusura dei negozi nei centri commerciali nel weekend, misura rimossa solo lo scorso maggio, ha indotto un ulteriore calo negli acquisti delle famiglie rispetto ai primi 3 mesi di un anno addietro. I tempi di recupero non saranno brevi” ribadisce Badon che per trovare un vero segno più deve cercare alla sneakers, che purtroppo non favoriscono il distretto marchigiano.

Sul fronte dell’export, l’incremento dei flussi verso Svizzera (+13% in quantità) e Francia (+8% in quantità), mercati legati al terzismo per le griffe, e la crescita della Cina (+44,4% in volume e +74,8% in valore). “Fanno però da contraltare riprende il numero uno di Assocalzaturifici - Germania, USA e Spagna con un importante freno alle vendite”. .

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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