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Sant'Elpidio, il centro si dà un'identità. Pignotti: "Io sono il candidato del polo civico". Massucci e D'Erasmo: "Sei il nostro Macron"

18 Aprile 2022

SANT’ELPIDIO A MARE – “Io, Alessio Pignotti, sono il candidato del polo civico, non altri. E io non ho e né ho mai avuto accordi con nessuno: sto cercando di aggregare attorno a me persone che abbiano a cuore la città senza distinzioni dovute a tessere di partito”. Così, il candidato sindaco di Sant’Elpidio a Mare, attuale assessore allo Sport, si presenta alla sua città.

E che sia il candidato di un polo civico, seppur con partiti, lo dimostrano anche le parole di due alleati: Tano Massucci e Fabio D’Erasmo. Nomi che agli elpidiensi diranno poco, ma che a livello provinciale guidato due forze partitiche: il primo ‘Noi di Centro’, il secondo ‘Italia Viva’. Compagni di viaggio, spesso ma non sempre, del centrosinistra, i due amano poi supportare candidati controcorrente, come Calcinaro a Fermo e oggi Pignotti a Sant’Elpidio a Mare.

“Sant’Elpidio a Mare è un laboratorio politico che potrebbe essere da esempio a tutto il panorama nazionale” sono convinti D’Erasmo e Massucci. Quale sia la peculiarità tale da renderlo un modello, magari lo si comprenderà più avanti. Al momento è un civico con Forza Italia e i loro movimenti.

Di certo Pignotti rivendica una sua autonomia di azione e di pensiero, anche se parte come spalla del sindaco uscente: “Sono una persona che non ragiona con la testa degli altri ma con la propria e lo dimostra il fatto che mi sono già dimesso una volta da consigliere comunale facendo le mie valutazioni, per rispetto dell'esito delle urne e anche dei compagni di viaggio che all'epoca erano Democratici e Popolari (e non il Pd). Ora sto andando tra i cittadini per confortarmi, esponendo le mie idee, poi se gli elpidiensi riterranno che debba essere io il sindaco di questa città ne sarò onorato”.

Di certo ne sono convinti il sindaco di Monte Vidon Combatte e l’ex ricercatore di Economia oggi perno del Confidi Unico: “Come riformisti, non abbiamo messo veti, ma abbiamo indicato lo strumento della sintesi condivisa come unico strumento da percorrere per mantenere la coalizione unita. Sintesi che, tra Partecipazione Democratica e il PD, si sarebbe dovuta cercare e trovare o su una figura capace di rappresentare tutti. ma i Dem non hanno voluto sforzarsi nel percorso di ricerca di una sintesi alta, continuando sulla strada legittima, ma non condivisa, del proprio candidato”.

Si è rotto così quel progetto ‘nazionale’ che Terrenzi sognava, tra l’altro allargato al centrodestra. “Naufragata ogni possibilità di tenere unita l’attuale maggioranza, Partecipazione Democratica ci ha proposto questa soluzione coraggiosa, aperta e inclusiva. Questo è il Terzo polo. Né di destra, né di sinistra, ma cittadini impegnati per dare continuità al buon governo della città”. Per Massucci e D’Erasmo, Pignotti è il Macron italiano “con la scelta dello slogan ‘con voi…per voi’”. Da capire chi sia per loro, tra Alessandrini e Calcinari, Le Pen.

“Lasciamo indietro i simboli di partito per dare spazio e protagonismo alla città, ai cittadini e ai valori della buona amministrazione” proseguono i due. In perfetta sintesi con il candidato Pignotti, che chiarisce anche il rapporto con Roberto Greci, suo più duro oppositore e oggi primo alleato insieme con Jessica Marcozzi, volto di Forza Italia in città: “Greci si è detto soddisfatto del mio operato e si è detto disposto a collaborare. Io non sono mai stata una persona che preclude a qualcuno di collaborare, anzi, sono aperto ancora oggi alla collaborazione di tutti a prescindere dal voto nazionale”.

r.vit.

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