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Sanità, Saltamartini a tutto campo: vaccini, monoclonali, mascherine e Pnrr. "Fermo? Avrà il miglior ospedale delle Marche"

4 Dicembre 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità, cosa pensa davvero del sistema sanitario fermano?

“Vi sento parlare spesso di Cenerentola. Ma basta, è una barzelletta. A Fermo ci sarà tra poco un ospedale nuovo e noi abbiamo inserito a Bilancio 30milioni per la tecnologia (come chiesto via social dal sindaco Paolo Calcinaro, ndr). Qui ci sarà la migliore e più innovativa a livello nazionale”.

L’ospedale di Campiglione sarà una eccellenza?

“È un dato.  Qui avremo la migliore condizione per raggiungere gli obiettivi. L’ospedale non sarà di Fermo, ma delle Marche. Avremo tecnologie e professionisti, ma superiamo la logica del campanile che è devastante”.

Da Fermo ad Amandola, ci fa capire che sta accadendo?

“Intanto un fatto: entro l’estate apriremo il nuovo ospedale dei Sibillini”:

Ma il reparto di Medicina?

“Valuteremo se spostare Medicina dal Murri ora o quando aprirà la nuova struttura. Non spetta alla politica, ma all’organo si indirizzo sanitario verificare la strategia migliore. So che i 2,5 milioni di euro investiti dalla Protezione civile nazionale hanno un fine. Non giudico atti e provvedimenti emananti da altre autorità amministrative. Noi ci siamo occupati dell’assenza di certificati, che oggi ci sono. Era impensabile portare pazienti in locali senza tutte le certificazioni. Se poi questo finanziamento sia congruente alla realizzazione di un fine pubblico, non lo giudico io. Non giudico, esistono sempre professori del giorno dopo, ma di certo se fossi stato nel sindaco Marinangeli anche io avrei agito come lui”.

Assessore, si parla sempre di nuovi posti letto. Ma il personale?

“Da venti mesi è in guerra. Tanti i giovanissimi. Son preoccupato, perché lo stato di aggravamento delle prestazioni professionali incidono sulle condizioni psicofisiche. La collettività dovrebbe dire grazie ogni giorno. E poi penso al personale femminile alla sua grazia, bellezza e sensibilità: è il riferimento”.

I medici sono pochi, anche questo è un dato.

“Dobbiamo sapere che dal 2011 la spesa sanitaria è stata compressa e così la formazione. Non abbiamo i medici necessari. Secondo il ministero della Salute saremo completi per il 208. E come ci arriviamo? La risposta è Pnrr, casa della salute, ospedali di comunità e telemedicina. Di medici ce ne sono pochi, avremo carenze per medici di guardia, abbiamo carenze tra i medici di famiglia e nell’emergenza. Noi ci stiamo organizzando investendo sulle tecnologie, abbiamo 27milioni pronti per tac, risonanze e attrezzature”.

Basterà la tecnologia per sopperire alla carenza umana?

“Dobbiamo anche riequilibrare i trattamenti economici dei medici che di notte prendono 23 euro all’ora e di giorno, se fanno il medico del lavoro, prendono40 euro. C’è un sistema sballato, la notte è disagio vero. Solo che se mancano i medici di famiglia c’è il 112 da chiamare, per cui i cittadini ricordino sempre di poter usare il sistema di emergenza-urgenza. Stiamo ricostruendo il sistema sanitario regionale.

Tutti parlano del Pnrr, lei ci crede?

“I fondi arriveranno, ma non stiamo tenendo conto che abbiamo perso il 10% del Pil, che ogni anno paghiamo 80 miliardi sul debito pubblico. E quindi non vorrei che i miliardi ci facessero perdere di vista la realtà. I soldi ancora non li abbiamo visti, quindi non possiamo sprecarli ora”.

Per fortuna intanto c’è il privato che fa donazioni, come il robot di fisioterapia.

“Se c’è una struttura come quella di Porto San Giorgio, non resta in piedi per caso. È per la qualità. C’è poi il grazie alla Fondazione Carifermo che va oltre la donazione. L’ho detto, teleconsulto, telediagnosi e teleterapia sono il futuro. A Porto san Giorgio si è già avanti”.

Saltamartini, capitolo Covid. quali armi usano le Marche?

““Le vaccinazioni sono lo strumento essenziale, la strada maestra, ma è bene prenotarsi perché poi è inutile lamentarsi delle file. Ci si prenota per il barbiere, quindi…riorganizziamo il sistema, possiamo fare 20mila dosi al giorno”.

Solo il vaccino?

“Intanto il vaccino ci protegge. In terapia intensiva non arrivano le persone vaccinate. Oggi ci sono figure con gravi patologie: un trapiantato, due con tumore. Il vaccino funziona ma dura cinque mesi, quindi programmiamo la terza dose. C’è poi una richiesta per gli operatori della sanità. Siamo pieni di anticorpi monoclonali. Li abbiamo somministrati a mille persone e sono tutte guarite. Ma serve la richiesta dei medici. Ne abbiamo tantissimi, quando ci sono i primi sintomi il medico di famiglia indichi questa strada: un’ora di seduta in ospedale e si va avanti. Dobbiamo evitare le ospedalizzazioni, dobbiamo curare persone malate di altro. E poi abbiamo già ordinato le prime pillole, ma costa 500 euro l’una e si danno per cinque giorni. La strada maestra sono i vaccini, poi gli anticorpi e infine le pillole”.

La preoccupano i numeri delle Marche?

“Abbiamo 1,2 milioni di marchigiani con prima dose, 120mila già guariti con anticorpi. I non vaccinati sono circa 180mila nelle Marche. Molti non si possono vaccinare, bambini. Altri per patologie, altri per ideologia, altri per paura. Anche su questo punto dobbiamo lavorare, condividendo cultura e scienza, andando oltre il tutto e contrario di tutto della televisione”.

 Mascherine all’aperto?

Un tema di quelli che abbiamo vissuto a lungo. Specialisti e medici dicono che non serve all’aperto. Ma quando c’è l’ammucchiarsi di persone, contatti stretti. Ma in ogni caso è un presidio utile, non necessariamente dobbiamo emanare provvedimenti coercitivi. Soprattutto perché la discussione tra vaccinazione obbligatoria e green pass prevede poi il controllo. Chi lo fa in piazza e in strada? Credo, per mia esperienza di funzionario di pubblica sicurezza, si debba partire dall’educazione. Usarle è utile, facciamo lo capire. Per me non ritengo sia utile, ma in ogni caso usiamo le FFP2, lasciamo stare le mascherine chirurgiche”.

Assessore, casi di Omicron?

Non abbiamo ancora casi di Omicron, ma cambia poco. Ho fatto una riunione con il professor Tavio, presidente degli infettivologi nazionali e il messaggio è chiaro: vaccinare, curare con anticorpi ed evitare di riempire gli ospedali che devono poter seguire ogni patologia. Per farlo il personale deve poter lavorare, magari sentendo il nostro grazie più spesso. Stare 12 ore dentro una tuta lavorando per salvare persone, questo significa fare il sanitario. Non dimentichiamolo quando con i nostri comportamenti mettiamo a rischio tutto il sistema”.

@raffaelevitali

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