FERMO - La sanità è sempre uno degli argomenti più caldi, figuriamoci d’estate. Prima il consigliere Interlenghi, oggi Paolo Nicolai, che è da anni uno degli esponenti di punta del Partito Democratico di Fermo, ma che da un po’ di tempo, dicono i bene informati, sta lavorando per creare una nuova ‘associazione’, pur restando dentro il Pd, di matrice più liberal rispetto alla linea Schlein. Si vedrà, anche perché su questo ancora non parla.
Paolo Nicolai, consigliere Dem e componente della commissione sanità, che succede a Fermo?
È evidente che il sistema regionale sia in grande difficoltà. E per questo deve rispondere l’assessore Saltamartini che della riforma sanitaria ha voluto farne un pregevole obiettivo, quando invece si sta palesando come un danno senza ritorno che sta gravando sull'intera comunità marchigiana”.
Marche male, Fermo peggio?
“Siamo i più esposti perché politicamente leggeri e indifesi. Tra l’altro la nostra AST è così piccola che non reggerà l'urto dei tetti di spesa. Questo significa impossibilità di investimenti e quindi fughe dei pazienti verso lidi meglio serviti”.
Cosa pensa del direttore sanitario scelto e già andato via?
“L’imprudenza e l’avventatezza hanno prevalso sulla cautela e sulla accortezza, doti assolutamente necessarie nei momenti topici delle decisioni. Tutti gli apparati dirigenziali che dovranno essere costituiti nelle AST provinciali rappresenteranno costi aggiuntivi esorbitanti per un sistema già in crisi. Invece negli anni precedenti si lavorava con direttori di area vasta con stipendi più bassi e sul campo, tra terremoto e Covid, hanno gestito e governato un sistema sicuramente più efficiente dell'attuale”.
Almeno è arrivata emodinamica.
“L'emodinamica da poco avviata già mostra il fianco alle contingenti difficoltà fermane, per cui con estrema fatica riesce a garantire una attività programmata di una seduta a settimana e tra l'altro con costi elevatissimi grazie ai gettoni di presenza per il personale medico che arriva da Ancona”.