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Sanità, i numeri che fanno male a Fermo. "Poco personale, meno servizi e niente risorse. Ora siamo pronti a scioperare"

11 Novembre 2022

FERMO - Non è voluto mancare il sindaco Paolo Calcinaro al momento di confronto con i sindacati sulla sanità. Un primo stato di agitazione dichiarato a settembre e ora il rilancio della lotta sindacale. Di fronte a questo le Rsu provano ad alzare il livello di protesta che parte dall’alleanza con i cittadini. “Organizzeremo sit-in con distribuzione dei volantini di fronte ai presidi sanitari provinciali. E spiegheremo perché mancano servizi e perché ancora se c’è un infarto non puoi essere slavato al Murri. Ancora abbiamo una centrale accorpata con Ascoli, unici nelle Marche a non essere autonomi. E siamo quelli che a livello di mobilità passiva siamo ai primi posti”. Negli ultimi sette anni la spesa per la sanità privata nel Fermano è aumentata del 10%. Oggi il tempo è un fattore determinante.

“Veniamo da 20 anni di scelte penalizzanti per la sanità di Fermo, c’è una minor attenzione a livello regionale”. Questo quadro deficitario, spiegato dal segretario Fp Giuseppe Donati, è stato aggravato dal Covid. “E così tanti pazienti sono rimasti ancora più indietro, nonostante l’impegno degli operatori, che hanno saputo superare loro sofferenze. Ma questo non ha fatto prendere coscienza al sistema di quello che già stava vivendo il Murri”.

Le Rsu lo ribadiscono. “Non c’è servizio di qualità al cittadino se non c’è un’attenzione alla professionalità che deve erogare assistenza”. Il che significa che dopo due anni di rinunce, dettate dalla pandemia, non si può continuare a chiedere, è il momento di dare per uscire dal punto di rottura.

I NUMERI

Bisogna partire da qui per confrontarsi con la Regione dal fatto che Fermo ha il 20% in meno di personale rispetto alla media regionale. “Abbiamo chiesto lumi ad assessore e direttore dipartimento salute, ma non ci è stato concesso un incontro. Questo ci fa arrabbiare molto, anche perché i colleghi dell’Av5 sono stati incontrati quattro volte da Saltamartini, l’ex assessore Castelli, e dalla dg Storti”. Manca il 20% di personale rispetto a una media regionale. “Vogliamo capire perché?” prosegue Donati. Ma è palese che l’assenza di riferimenti politici su questo punto pesa.

Un infermiere ogni 267 residenti, mentre nel piceno, che è comunque in difficoltà, ne ha uno ogni 211. Fermo ha un Oss ogni 1267 residenti, l’Av5 ogni 770. “La torta è piccola per tutti, ma le fette non sono uguali”. Liste di attesa da recuperare, reparti Covid ancora attivi eppure non si cambia metodo di azione al Murri.

Tutto questo per le Rsu non è accettabile. Ascolta attento Calcinaro. “Non siamo cittadini di serie B, abbiamo gli stessi diritti di altre zone. Ma le prove dicono altro” chiosa il battagliero sindacalista. “Chiediamo la certezza del rinnovo dei tempi determinati, Fermo ne ha 40. Altri ne hanno 150”. Figure che devono essere rinnovate, ci sono anche operatori di area tecnica quelli che evitano di fare lunghe file al Cup. Chiediamo un pacchetto di assunzioni straordinarie. A Fermo abbiamo le risorse interne, servono solo le autorizzazioni che la riforma ha peggiorato nel loro iter. Per assumere un infermiere servono due mesi. Invece a noi ne servono 30 subito o il sistema salta. Così come ci servono 12 Oss”. Il Murri, stando alle Rsu, ha metà dei reparti senza Oss presente in turno “e questo non succede da nessuna parte”. Questo comporta un impegno della famiglia all’interno o un super lavoro dell’infermiere.

LATO TERRITORIO

“Vengono autorizzati 100 posti in più per le Residenze. Quindi ci sono soldi stanziati, ma non gli atti regionali per farli aprire e convenzionare. Troppi annunci e poche certezze” ribadisce Donati.

Giuseppe Donati, Cisl Fp

LA VOCE DEL SINDACO

“La mia è una presenza simbolica, ma la battaglia è giusta. I numeri parlano”. Calcinaro, di fronte alla nuova architettura sanitaria regionale, ha chiarito alcuni punti al presidente Acquaroli: “Prima di far camminare i pulcini, la chioccia deve sapere che tutti abbiano da mangiare per poter camminare. Quindi vanno corrette le storture prima di dare l’autonomia. Io dico grazie a grinta per il suo lavoro, ma serve un intervento a monte dalla Regione. Per natura non faccio polemiche pubbliche, ma lavoro come una goccia cinese. Servono risposte entro l’anno” ribadisce il sindaco che a sua volta lancia un messaggio all’Asur quantomeno per la conferma dei rinnovi.

COSTI E RISORSE

Roberto Lanfranco, Rsu e Cgil Fp, aggiunge due tasselli: “La Rsu è lavoratore, sindacalista e cittadino. Avere meno 300 posti letto di residenzialità è l’emblema: una questione di accreditamento, quindi di volontà”. Altri dati: 1-102 contro 1-76 è il rapporto sanitari-residenti di Av4 e AV5. “Noi siamo sempre ultimi rispetto a tutti i parametri sanitari”. Anche per il costo per abitante: ultimi con 1595 euro, rispetto a 2025 del Piceno. Posti letto per acuti abbiamo un -99, mentre l’Av5 è +56” prosegue.

Come riaprire il centro Alzheimer se non ci sono gli Oss? Prima della pandemia c’erano 5 Oss, due infermieri e due educatori. “Ma non ce li abbiamo. Di che parliamo? Come per la medicina di Amandola, che la merita ma avremo problemi a riportarlo tra i Sibillini sempre per carenza di figure. Ci sono anche operatori che rifiutano, soprattutto specialisti, di venire a Fermo. E il fatto che ce ne siano alcuni che potrebbero andare via è un problema”.  

Il 22 di novembre è il giorno scelto per la protesta. “Ma siamo in attesa della circolare del dipartimento salute sul rinnovo dei tempi determinati. Noi dobbiamo coinvolgere il più possibile anche i sindaci e i territori. Dopo questo c’è lo sciopero. E lo faremo anche se significa perdere soldi. Speriamo però di avere le istituzioni locali sempre più al nostro fianco”.

Tanti corsi per Oss, ma poi dove finiscono? “Ci sono i piani di fabbisogno. Per l’Asur 4 i numeri sono chiari però poi si ferma tutto in Regione”. Insomma, Grinta non ha responsabilità “ma nel nuovo piano di fabbisogno c’è un calo di figure, un -43, questo perché si è fatta una riforma prima del piano socio sanitario ed economico” ribadiscono Donati e Lanfranco. “Manca una visione per il Fermano, ma in realtà per tutte le Marche”.

COOPERATIVE UTILI, MA...

Nel 2022 chiuderemo con 120mila ore in meno di assistenza infermieristica nell’Av4. Qualcuno ha supplito, dati Area Vasta, ovvero il lavoro di 80 infermieri. Per andare a pari avrebbe dovuto avere 80 infermieri in più. se le sono caricate sulle spalle quelli che ci stanno”.

Lato cooperative? “Non abbiamo avuto un euro, se non i 450 euro nel 2020, di premialità per nessuno degli operatori, però paghiamo 1300 euro a turno i medici delle cooperative. Che restano però fondamentali considerando che il 70% del pronto soccorso e metà terapia son affidati a cooperative. Dove servono, le capiamo. Ma vorremmo che i servizi fossero gestiti dai dipendenti pubblici”.

Raffaele Vitali

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