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Rocco e Sandro, arcivescovi amici tra i giovani di Lisbona. Il Papa bacchetta i social e rilancia: "Vinciamo la sfida del clima"

4 Agosto 2023

LISBONA – Stanno facendo il pieno di vita Rocco Pennacchio e Sandro Salvucci, gli arcivescovi di Fermo e Pesaro che si sono ritrovati a Lisbona per la 37esima Giornata Mondiale della Gioventù. "Incontri fermani a LIsbona" la frase scelta da Salvucci sotto la foto postata su Facebook.

Hanno accompagnato decine di giovani marchigiani, vogliosi di ascoltare Papa Francesco e potergli urlare, mentre entrava nel grande parco con la jeep bianca, "siamo la gioventù del Papa!".

Papa Francesco ha mandato messaggi chiari: clima, social, sbagli. “In nome del progresso si sta facendo strada un regresso e questo non è possibile. Voi siete la generazione che invece può vincere questa sfida: avete gli strumenti scientifici e tecnologici più avanzati ma, per favore, non cadete nella trappola di visioni parziali”.

Per Papa Francesco il tema dell’ambiente è cruciale, dai tempo della enciclica Laudato Sì. Si parla di ecologia integrale, di ascoltare la sofferenza del pianeta insieme a quella dei poveri; di mettere il dramma della desertificazione in parallelo con quello dei rifugiati; il tema delle migrazioni insieme a quello della denatalità. Non polarizzazioni, ma visioni d'insieme”.

Non devono esserci mezze misure: “Non ci si può accontentare di semplici misure palliative o di timidi e ambigui compromessi», il monito del Papa, secondo il quale «le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro”.

Il Pontefice parla alla Gmg più 'green' di sempre: nel Parque Eduardo VII, davanti a cinquecentomila giovani e centinaia di bandiere per accogliere il Papa, i ragazzi cercano di rispettare il verde che gli viene prestato per questo evento. Su tutti gli alberi campeggia il manifestino con sopra scritto, in portoghese e in inglese, 'proteggi gli alberi di Lisbona’.

Di bottigliette di plastica se ne vedono davvero poche, sostituite dalle borracce, uno dei gadget che è stato consegnato a tutti i giovani pellegrini arrivati in Portogallo. Il riciclo entra dunque nel linguaggio di questa generazione dopo l'usa-e-getta degli ultimi decenni. Un Manifesto, che chiama in causa anche le istituzioni politiche e la stessa Chiesa, “è stato consegnato questa mattina al Papa”.

Parlando degli errori, il Papa ha mandato un altro messaggio di speranza: “Nella Chiesa c'è spazio per tutti, anche per chi sbaglia. Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c'è spazio per tutti e, quando non c'è, per favore, facciamo in modo che ci sia, anche per chi sbaglia, per chi cade, per chi fa fatica. Perché la Chiesa è, e dev'essere sempre di più, quella casa dove risuona l'eco della chiamata per nome che Dio rivolge ad ognuno. Il Signore non punta il dito, ma allarga le braccia: ce lo mostra Gesù in croce. Lui non chiude la porta, ma invita a entrare; non tiene a distanza, ma accoglie”.

Infine, i social dopo che molti giovani gli hanno scritto confidandogli paure e preoccupazioni: “Amico, amica, se Dio ti chiama per nome significa che per Lui non sei un numero, ma un volto. Vorrei farti notare una cosa: tanti, oggi, sanno il tuo nome, ma non ti chiamano per nome. Il tuo nome infatti è noto, appare sui social, viene elaborato da algoritmi che gli associano gusti e preferenze. Tutto questo però non interpella la tua unicità, ma la tua utilità per le indagini di mercato”.

Parla di lupi che si nascono dietro sorrisi di falsa bontà, dicendo di conoscere chi sei. “Ma lo dicono non volendoti bene, insinuando di credere in te e promettendoti che diventerai qualcuno, per poi lasciarti solo quando non interessi più. Sono le illusioni del virtuale - conclude il Pontefice - e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità si mostrano poi per quello che sono: cose vane, superflue, surrogati che lasciano il vuoto dentro”.

r.vit.

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