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Riforma Nordio, i sindaci sorridono. Calcinaro: "Togliere l'abuso di ufficio è quanto volevamo". Ricci: era un reato dannoso

16 Giugno 2023

di Raffaele Vitali

FERMO – Scompare l'abuso d'ufficio, si ampliano i divieti per i giornalisti in materia di intercettazioni, il PM non potrà più impugnare le sentenze di assoluzione tranne che per reati gravi, come il codice rosso, e viene modificata la richiesta di custodia cautelare in carcere.

 C’è un po’ di tutto all’interno della riforma del ministro Nordio, ma il punto che interessa di più i sindaci, e gli amministratori pubblici in generale, è quello dell’abuso di ufficio. Il reato alla fine viene cancellato con un tratto di penna perché le modifiche introdotte in questi anni non hanno eliminato lo «squilibrio» tra le iscrizioni nel registro degli indagati e condanne: l'anno scorso sono stati archiviati 3.536 dei 3.938 fascicoli aperti nel 2022. E nel 2021 in primo grado ci sono state solo 18 condanne.

"Con la riforma proposta dal ministro Nordio, dall'esecutivo giunge un segnale importante nei confronti della Pubblica amministrazione: un gesto di rispetto verso quegli amministratori che ogni giorno tengono fede al loro incarico al servizio dei cittadini. Un impegno che deve essere assolutamente specchiato, nel segno della massima trasparenza e rispetto della Legge, ma che non può essere esercitato serenamente dagli amministratori sotto la spada di Damocle di possibili addebiti d'abuso d'ufficio. Accuse che nella stragrande maggioranza dei casi portano a un nulla di fatto, al costo però di lunghi e costosi procedimenti legali, che minano la fiducia tra Istituzioni e cittadini" il commento di Luca Zaia, presidente del Veneto.

“La cancellazione dell'abuso d'ufficio è una vittoria per tutti i sindaci, a prescindere dal colore politico” sottolinea Matteo Ricci, esponente di punta del Pd. E come lui la pensano in tanti, Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo e presidente Anci Marche, incluso: “Queto passaggio della riforma, che ancora deve studiare negli altri termini, è quanto attendevamo come sindaci. Credo che se le opposizioni insorgono, si allontanano ancora di più da quello che è il sentore unanime che viene da anni e in modo trasversale. Quello dell’abuso d’ufficio è un tema che unitariamente ha coinvolto l’Anci nei confronti di ogni governo di colori diversi”.

Per Calcinaro sono due gli effetti evidenti: Il primo riguarda i sindaci dei piccoli comuni, che firmano anche la parte amministrativa. Per loro è una garanzia. Il secondo riguarda i communi più grandi, dove sarà principalmente la struttura ammnistrativa a essere più Tranquilla e spedita”. E questo, assicura Calcinaro, senza togliere nulla ai controlli e al rispetto delle regole: “Se viene trovato un euro in tasca a un amministratore, ci sono alti reati e più gravi, dalla corruzione alla concussione. L’abuso di ufficio era diventato più un ‘reato’ elettorale che altro”.

E sulla stessa linea si conferma Matteo Ricci: “Ci saremmo accontentati di una revisione del reato, Nordio è andato oltre. Ma per noi amministratori si tratta comunque di una vittoria. Il reato, così com'è, non funziona: è inutile e per certi versi dannoso. Perché quando scatta l'avviso di garanzia, tanti bravi amministratori o dirigenti vedono rovinato il loro percorso. E se qualcuno viene condannato in primo grado deve dimettersi, per effetto della legge Severino, anche se magari poi è assolto in appello. Così si fa un danno al Comune".

Il risultato, ha spiegato il sindaco di Pesaro in una intervista sul Messaggero, è la paura: “Si teme un avviso di garanzia, non si firmano gli atti e così si paralizza l'azione amministrativa di un Comune”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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