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Riforma della sanità, la verità di Saltamartini: "Non uniamo Fermo e Ascoli. Più autonomia, così abbattiamo le liste di attesa"

4 Maggio 2022

FERMO – L’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, ha due punti fermi che vogliono placare polemiche e ‘voci’ che stanno minando il sistema sanitario del sud delle Marche: “Accorpamento Aree Vasta Fermo e Ascoli? Non c'è alcun tipo di ipotesi” è il primo. “Il nuovo ospedale di Fermo, non sarà di Fermo ma delle Marche” è il secondo.

L’assessore lo ha chiarito in maniera palese durante il consiglio regionale: “La revisione della legge 13 del 2003 prevede che dobbiamo sostituire un'Azienda regionale unica, Asur, che ha dimostrato tutte le sue insufficienze, con delle aziende provinciali. Ma queste aziende non potranno essere autonome, non sono aziende territoriali” precisa senza però ancora chiarire come coprirà aumento di costi e riequilibrio di posti letto e risorse.

Nelal sua idea, quindi, aziende provinciali ma con regia non singola. Emblema sarà il nuovo ospedale: “Essendoci alcune prestazioni d'eccellenza come l'endoscopia, che ha una valenza regionale, una mobilità e attrattività rilevante a livello nazionale, a quel punto l'azienda sarà di Fermo ma le strutture saranno di tutti i marchigiani, tanto più per il fatto che i cittadini possono scegliere liberamente dove andare a curarsi”.

Con la sua riorganizzazione, sul tavolo ci sono anche 13 milioni per il 2022, Saltamartini è convinto di andare a incidere anche sulle liste di attesa: “Partiamo dal rapporto tra domanda e offerta. Ogni struttura sanitaria e azienda del territorio dovrà valutare l'organizzazione della propria strutture, del distretto, la medicina del territorio in base alle domande. In ogni Asur, su mia indicazione, è stato individuato un dirigente per ogni area vasta che sarà chiamato a verificare giorno per giorno le domande di prestazione: quelle che non sono state soddisfatte dovranno essere prese in carico”.

Tradotto significa che “viene cancellata - afferma l'assessore – la modalità per cui un cittadino doveva richiamare più volte per vedersi garantita la prestazione: il cittadino che chiama e la sua prestazione non è soddisfatta, dovrà essere preso in carico e saranno le aziende a doverlo richiamare. Se occorrono prestazioni aggiuntive, aumentare il personale in un certo reparto per garantire le liste d'attesa, dovrà essere fatto. Dopodiché, sempre nel piano esecutivo, - aggiunge - dovranno essere indicate le prestazioni che il servizio pubblico non riesce a garantire e che viene trasmesso alle aziende private accreditate. Non è accettabile – conclude facendo un esempio – che la visita per un bambino possa essere soddisfatta nei due anni successivi”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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