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"Ridare dignità al lavoro". La lezione di Bracalente e Luzi sulla formazione. Aguzzi ascolta e padre Sante rilancia

28 Ottobre 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – “Ognuno deve fare la sua parte, confrontiamoci, l’imprenditoria è chi tiene in piedi un paese”. Stefano Aguzzi, Enrico Bracalente, sua la frase, e Stefano Luzi: ecco il trio di punta che schiera Padre Sante, direttore del centro di formazione degli Artigianelli, durante l’assemblea nazionale della Scuola Centrale di Formazione, che ha scelto Fermo come hub autunnale. “I due imprenditori di successo sono amici del nostro centro da più di dieci anni. Li consideriamo di famiglia, due inguaribili ottimisti che non si sottraggono alle sfide difficili” sottolinea padre Sante.

Enrico Bracalente, classe 1957, dal 1998 guida Bag Spa-NeroGiardini. “La collaborazione è nata nell’ottobre 2010, quando venne a trovarci in cerca di personale qualificato della sua impresa in vista dei pensionamenti. Decise di promuovere e finanziare un corso per giovani nella calzatura. Abbiamo studiato il processo di produzione della scarpa e abbiamo scritto il progetto, poi è stato realizzato un laboratorio completo dallo sviluppo del modello al finissaggio con tanto di tecnici della NeroGiardini. È nata l’impresa formativa simulata e abbiamo formato dal 2010 70 giovani che hanno trovato posto nella filiera di Bracalente. E quest’anno partirà anche il diploma professionale di tecnico di produzione di pelletteria.

Stefano Luzi, 59enne imprenditore della Tre Elle, azienda fondata dal padre Francesco che taglia 40 anni di attività. Si definisce alla guida di ‘un’azienda artigiana con piglio industriale 4.0”. Nel 2011 è nato Daca, un brand che unisce architettura e meccanica, realizzando soluzioni museali con vetrine ed espositori di alto livello. “Nel 2019, la Tre Elle, che lavora la lamiera da sempre, fa il salto di qualità e si dota di nuove tecnologie a controllo numerico, con macchine ibride e attrezzaggi automatici. Da qui rapidi tempi nella produzione. La collaborazione, e amicizia, è anta nell’ottobre del 2018 quando mi chiede ‘piegatori’ perché non li trovava. Costruiamo un piccolo progetto formativo, lui ci regala una macchina a controllo numerico e alcune saldatrici di ultima generazione. Alcuni insegnati hanno fatto corsi nell’azienda che produce macchinari e poi la Tre Elle ha messo a disposizione suoi tecnici. Ora i ragazzi lavorano su commesse reali che l’azienda gira agli Artigianelli” chiarisce padre Sante annunciando che quest’anno ci saranno i primi ragazzi che riceveranno l’attestato.

Stimolati dal presidente della Scuola di Formazione i due imprenditori hanno presentato la loro idea si scuola-lavoro. “Abbiamo una generazione che va in pensione e non abbiamo tecnici giovani per sostituire queste persone. Per troppo tempo si è trascurata la formazione professionale, bisogna recuperare tempo. La scuola deve assecondare le attitudini, il giovane pratico, non deve per forza essere lasciato sui libri, per cui bisogna indirizzare nel modo migliore i giovani già dalle scuole Medie. La scuola – sostiene mister NeroGiardini - deve aprirsi, noi non siamo quelli che dicono ‘non studiate e lavorate’. Se mi devo rimproverare qualcosa nella mia vita è aver studiato poco, per cui ho una grande sensibilità”.

La carenza di formazione è in tanti settori, come aggiunge Luzi: “Noi siamo davvero in difficoltà.  Troppe volte sul progetto formativo e sella classificazione delle scuole usiamo scale di valori, è un errore. Basta con la serie A e la serie B. Noi non cerchiamo operai, ma persone con testa evocazione. Il compito è collaborare con le scuole, affinché i ragazzi facciano un percorso che soddisfa, il massimo è lavorare in qualcosa che piace. In azienda dominano le tre c: capacità, competenze e… fortuna. Le presidi a volte dicono ‘lavoriamo per attività che non esistono’, invece dobbiamo lavorare per quello che c’è e manca”.

Le scelte di Bracalente oggi o favoriscono: “Chi ha delocalizzato tra i miei colleghi è in difficoltà. Mi ritengo lungimirante, di certo fortunato. Ho scelto di restare qui e non patiscono i problemi di materiali e container che non si trovano. Ma questo non mi basta, bisogna crescere. La mia richiesta primaria è fare sinergia. Anche con la politica, perché abbiamo bisogno di viabilità e superare le mulattiere. Almeno all’uscita dal casello, per arrivare almeno a Campiglione. Non si fa prima l’ospedale e poi la strada, nel mondo normale prima si realizza la viabilità e poi si cresce”.

L’assessore Aguzzi, in sala anche la consigliera Marcozzi, prende appunti, poi rilancia: “Ho visto troppo spesso enti che mandavano avanti corsi più per mantenere la propria struttura, che per cercare poi di trovare posti di lavoro per i ragazzi: tanti bravi disoccupati formati. La prima cosa è formare sulla base delle esigenze delle aziende. Questo percorso può essere intrapreso solo attraverso il dialogo con le aziende e con il mondo di lavoro, non solo le associazioni di categoria. Questa è l’impostazione che sto cercando di dare”.

Partendo poi, come dice Luzi, dalle peculiarità del territorio: “Se Pesaro vive di mobile, Fermo ha calzature e meccanica. Le scuole devono partire quindi dalla vocazione territoriale. L’orientamento è fondamentale, insieme con il dialogo con le famiglie che vorrei fuori dal mondo della scuola. Noi dobbiamo insegnare fin da piccoli il concetto di lavoro, diamo dignità a questa parola”.

@raffaelevitali

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