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Ricostruzione, numeri in crescita. Calcinaro: "C'è ancora tanto da fare". Piscina e strade abbandonate, il caso Montegallo

23 Agosto 2023

AMANDOLA – Ci crede Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo e presidente Anci Marche, nella ricostruzione dei comuni devastati nel 2016 dal terremoto. A pochi giorni dal settimo anniversario, alza però il tiro: “C'è ancora tanto da fare. Il percorso della ricostruzione è avviato e potrà accelerare anche grazie all'impegno del Commissario Castelli che si è adoperato per concretizzare alcuni primi passaggi di sburocratizzazione e che, da ex sindaco, conosce bene le problematiche dei colleghi”.

Non ha dubbi sul fatto che a guidarla debbano essere i sindaci: “Fondamentale la loro centralità nel percorso di ricostruzione in corso e il ruolo dell'associazione dei Comuni di coordinamento rispetto alle molte questioni che afferiscono ai più alti livelli istituzionali, dal Governo al Parlamento alla struttura commissariale”.

Un lavoro certosino: “Va posta la massima attenzione anche alla ricostruzione pubblica, non solo quella privata, per creare le condizioni per non perdere il senso di comunità che caratterizza storicamente i borghi lesionati. Dalle vie di accesso alle scuole e conseguentemente al mantenimento e all'implementazione dei servizi c'è la massima attenzione sia di Anci Marche che del coordinamento interregionale di cui siamo parte, che riguarda il nuovo Codice degli appalti la cui semplificazione consentirà di attuare più celermente i molti progetti ancora sulla carta”.

Massima attenzione, fiducia nei sindaci, ma quello che ha di fronte chi arriva nei comuni terremotati resta desolante. e se c’è uno che sorride per un passo avanti, ce ne sono sempre dieci che restano indietro. Per mancanza di ditte? Per incapacità del sindaco? Per scarsa visione? I motivi sono vari e un esempio arriva proprio dall’attualità.

C’è chi brinda e chi invece resta in silenzio. C’è chi si gode la piscina riqualificata e inaugurata con tanto di area camper e chi, avendo in teoria già tutto, invece non può che guardare lo scempio in cui versa la struttura comunale, un tempo fiore all’occhiello dei Sibillini.

È il caso di Montedinove, che sorride, e Montegallo, che piange. Da un alto c’è il sindaco Del Duca che con il commissario alla ricostruzione Guido Castelli, l'assessore regionale Antonini e il presidente Anci Marche può tagliare un nastro, dall’altro c’è il primo cittadino Sante Capanna che invece a Balzo, a due passi dal camping Vettore, ha la sua struttura abbandonata, vuota e piena di erbacce. E dire che dopo il sisma ha riaperto una volta.

Problemi di gestione? Basta organizzarsi visto che i comuni terremotati ormai sono pieni di soldi e anche di personale. A Montedinove sono state usate risorse anche del Pnc sisma. “Riparazione vuol dire anche offrire accoglienza, opportunità di svago e di aggregazione: accessibili a tutti. Oggi qui ne abbiamo visto un esempio compiuto” il commento di Castelli.

Speriamo che il commissario passi anche per Montegallo e veda come vengono usate le risorse, o come non usate, a partire dalla piscina alle strade lasciate in condizioni indegne, come quelle che portano a molte frazioni, Castro su tutte dove per raggiungere le case, anche di legno, si deve passare per una strada ridotta a una mulattiera indegna piena di buche. E questo nonostante le tante segnalazioni al sindaco. Se si vuole far vivere i comuni, ben venga la maxi ricostruzione, ma le cose base, come una strada di accesso, dovrebbero essere un obbligo. Castelli e Calcinaro di sicuro la pensano così.

Altrimenti i numeri restano vuoti, anche se belli. Nei primi sette mesi di mandato, Castelli ha adottato 600 decreti, per un valore di 461 milioni di euro. Sinora Sono state presentate 28.855 richieste di contributo (su un totale di circa 50.000) di cui 17.478 hanno ottenuto un decreto di concessione, mentre sono complessivamente 14.211 i nuclei familiari che usufruiscono di una forma di assistenza abitativa: si tratta complessivamente di oltre 30 mila cittadini.

Si avvicina il 24 agosto, alle vittime e ai loro cari dobbiamo, oltre al doveroso e commosso omaggio, la preservazione del ricordo e della memoria, la ricostruzione di questi luoghi e la creazione delle condizioni che consentano all'Appennino centrale non solo di tornare alla normalità, ma di poter crescere attraverso un modello di sviluppo trainato dai principi di sicurezza e sostenibilità. Per tutti noi è una missione” conclude il commissario alla ricostruzione.

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