AMANDOLA – La ricostruzione si sarà aanche un po’ velocizzata con il commissario Giovanni Legnini, anche se la percezione è più negli uffici che tra le persone. ma a quanto pare non basta. A dirlo è la Corte dei Conti che sottolinea la necessità di velocizzare la ricostruzione dopo il terremoto che ha colpito nel 2016 l'Italia centrale e afferma che tra le cause del ritardo nell'attuazione degli interventi “vi è anche la mancanza di un'organizzazione preposta alla gestione della ricostruzione, a fronte di strutture già operative per la gestione delle emergenze (Protezione civile)”.
Questo emerge dall'indagine svolta dalla Sezione centrale controllo gestione Amministrazioni Stato della Corte dei conti in materia di ‘Interventi per la ricostruzione nei territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016’ nell'ambito della quale la magistratura contabile ha analizzato la complessa struttura commissariale, le procedure utilizzate per la ricostruzione degli edifici privati e degli immobili pubblici (opere pubbliche, scuole, infrastrutture, chiese), nonché l'attività dal 2016 sino agli ultimi mesi del 2021.
Il sisma del 2016 ha comportato una gestione straordinaria, distinta da quella emergenziale, delle attività volte alla ricostruzione. La stima dei danni, inizialmente quantificati in 16,5 miliardi di euro dei quali 2,8 destinati all'emergenza, è stata sottoposta ad aggiornamento, in via di ultimazione, solo di recente. Dal 2016 al 2020, per le attività della gestione commissariale sono stati previsti 4,118 miliardi di euro, dei quali 2,568 trasferiti alla stessa. La verifica dei magistrati contabili ha “accertato una limitata utilizzazione delle risorse disponibili, con un'inversione di tendenza a partire dalla seconda metà del 2020, a seguito delle numerose modifiche organizzative e procedurali adottate nell'ambito delle misure di semplificazione e accelerazione”.
Per gli interventi di ricostruzione pubblica, dal 2016 al 30 settembre 2021 sono state erogate dal Commissario straordinario risorse pari a 468,32 milioni di euro, a fronte di 266,508 milioni di euro registrati fino al 31 dicembre 2020. C’è un però positivo. “Le misure di semplificazione e accelerazione introdotte per la ricostruzione privata - sottolinea la Corte dei Conti - hanno consentito, nel corso dell'ultimo anno, la riduzione dei tempi necessari per ottenere il contributo, che ha visto il raddoppio del numero di domande analogamente a quello delle istanze accolte, malgrado le interruzioni e i rallentamenti causati dagli eventi pandemici”.