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Riaperture, quanti dubbi. Acquaroli: 'Protocolli e controlli'. Pregliasco: 'Attenzione alle scuole'

19 Aprile 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – Ci sono tanti dubbi attorno alla decisione del Governo di riaprire, quasi tutto, a cominciare dalla scuola. Continui i tavoli di confronto con le Regioni. “Dobbiamo riflettere sul 100% a scuola, delle preoccupazioni ce le abbiamo. Perché nonostante il potenziamento del Tpl e gli sforzi, abbiamo visto sia a novembre, sia a febbraio, una recrudescenza del contagio. Speriamo che con la stagione primaverile si possa non riscontrare un aumento dei positivi. Ma il timore c’è. E poi c’è il nodo economico, che sottolineo sempre: le attività vanno fatte lavorare. Sapendo che se c’è un aumento di contagi si interviene. Di certo non s può continuare con ristori non all’altezza del danno causato da mitigazioni necessarie” sottolinea Francesco Acquaroli, presidente della regione Marche.

I dubbi di Acquaroli, che intanto nelle Marche ha completato la vaccinazione degli over 80, e degli altri presidenti sono anche quelli del virologo Fabrizio Pregliasco. “Pagheremo un prezzo per le riaperture, è oggettivo". Ma questo è il ‘rischio ragionato’ di Mario Draghi, della politica che deve decidere.

“Dal punto di vista della sanità pubblica, dal punto di vista scientifico, il rischio dovrebbe tendere a zero, quindi dovrebbe comprendere in questo momento un lockdown stretto, strettissimo e prolungato, che tuttavia è impossibile nella pratica” riprende Pregliasco.

Il sistema a colori ha rallentato la pandemia, “ma non si è riusciti a ottenere una riduzione dell'incidenza sotto livelli tali da permetterci un tracciamento, però ha reso meno pesante l'impatto sul Servizio sanitario nazionale. Di certo siamo nelle mani del ritmo di vaccinazione”.

Solo che, riprende Acquaroli, qualcosa va fatto e ora: “Priorità per ristorazione e bar, sport e cerimonie. Chiediamo protocolli di lavoro, non altro. Se la curva lo permette, un’ora in meno di coprifuoco è fattibile. Anche perché noi possiamo mettere anche il coprifuoco alle 21, ma poi la gente si trova nelle case e quindi il rischio cresce. Meglio controllare e favorire la ripartenza, ci vogliono controlli e buonsenso”.

La ripresa dalla scuola preoccupa anche il virologo: “Non tanto i piccolini, ma gli adolescenti e la fascia giovanile che sono colpiti dalla variante inglese del coronavirus Sars-CoV-2 in modo più ampio e con forme asintomatiche, quindi difficili da individuare senza uno screening".

Il rientro in classe "rappresenta sicuramente un'esigenza - ammette l'esperto - Lo si vuole, lo si desidera ed è necessario per certi versi. Lo vedo anche all'università, nei corsi che faccio in differita: l'efficacia è sicuramente inferiore almeno per una parte dell'insegnamento, per la discussione, per l'interazione. Tuttavia, mentre un protocollo all'interno della scuola, se ben seguito, minimizza i dati e alcuni studi ce lo dicono, tutto ciò che è la mobilità intorno spaventa, perché alla fine sono quelli i luoghi di maggior affollamento e quindi di maggior rischio".

L’ultimo passaggio Pregliasco lo dedica ali vaccini: Per Johnson&Johnson si profila come per quello di AstraZeneca un utilizzo preferenziale nella fascia d'età over 60. Ma spero che poi ci sia un'indicazione europea unitaria e che non ci sia quella cacofonia terribile che ha creato un pasticcio sul prodotto anglo-svedese. Questi episodi tromboembolici anomali sono eventi rarissimi, per esempio i fumatori hanno un rischio 500 volte maggiore di avere trombosi".

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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