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Rapporto sull'economia delle Marche, Merloni: "Bisogna rilanciare le aree interne". Civitanavi Systems traina il mondo delle start up

4 Ottobre 2022

FERMO – La Fondazione Aristide Merloni ha fotografato lo stato dell’economia nelle Marche. come sempre in questi casi, c’è del buono e soprattutto c’è del potenziale in quello che non funziona.

“La vivacità imprenditoriale nel manifatturiero e nelle start-up innovative è meno evidente nelle aree interne e in quelle colpite dagli eventi sismici del 2016. Per questo assumono particolare importanza le iniziative per sostenere la nascita e lo sviluppo di imprese in queste aree e le risorse messe a disposizione dal NextAppennino (1,8 miliardi di euro)” sottolinea Francesco Merloni nell’introduzione al settimo Rapporto sull'imprenditorialità nelle Marche, frutto della collaborazione fra la Fondazione Aristide Merloni e l'Università Politecnica delle Marche. “Si tratta di un'occasione unica - ha insistito Merloni - per promuovere lo sviluppo economico e sociali delle nostre comunità; sia per l'entità delle risorse messe a disposizione, sia in considerazione della situazione di generale incertezza e difficoltà nella quale ci troviamo”.

Entrando nel merito dei conti, inflazione e crescita dei costi dell'energia e delle materie prime incidono sull'andamento negativo nel primo semestre 2022 nel trend di crescita delle iscrizioni di nuove attività nelle Marche: -10,5%. Mentre aumentano del 55,3% le cessazioni. Entrambi i dati sono più alti delle medie nazionali: iscrizioni -4,2%, cessazioni +8,8%.

Le province di Pesaro Urbino e Ancona registrano la riduzione più contenuta di nuove imprese (rispettivamente -4% e -7%). Al contrario, la riduzione più marcata si registra in provincia di Fermo (-25%). Ascoli Piceno e Macerata entrambe -11%.

Il saldo tra iscrizioni e cessazioni nel primo semestre 2022 è negativo in tutte le province: Macerata +158% (comprese quelle d'ufficio); Ancona +37%; Pesaro Urbino +29%; Fermo +18%; Ascoli Piceno +3%. L'aumento più consistente delle cessazioni si osserva nel settore delle costruzioni (+79,9%) seguito dal settore del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+77,9%).

In difficoltà anche le imprese femminili registrate nel 2021 nelle Marche che sono 38.291, in calo di 534 unità sull'anno precedente (-1,38%, superiore alla media nazionale +0,19) e rappresentano il 23,14% delle imprese marchigiane totali (22,13% media nazionale).

Scorporando il dato per province, Fermo regge: Ancona ha 10.440 imprese femminili (-0,39 sull'anno precedente); Macerata 8.883 (-0,57%); Pesaro Urbino 8.403 (-0,34%); Ascoli Piceno 5.670 (+0,30%); Fermo 4.895 (+0,89%). Come sempre leader in rosa è il commercio seguito dall’agricoltura. Il settore delle costruzioni è quello con tasso di femminilizzazione minore nonostante siano presenti 1.037 imprese guidate da donne.

Bene la voce start up. A fine 2021 sono 804 quelle innovative avviate, il 3,5% italiano. Le province che mostrano la maggiore vivacità sono Macerata (77 start up di cui 33 nel 2021) e Ancona (103 di cui 31 nel 2021), seguite da Ascoli Piceno (84 di cui 24 nel 2021), Pesaro Urbino (60 di cui 20 nel 2021) e Fermo (35 di cui 13 nel 2021).

Cresce a ritmi più accentuati la quota delle imprese con oltre un milione di euro di ricavi: dall’1,8% delle start-up costituite da meno di un anno al 6,8% di quelle con più di tre anni. Una sola impresa, la Civitanavi System di Pedaso, supera i 10 milioni di euro di ricavi. L’azienda ha chiuso i primi sei mesi con 13,5 milioni di euro di ricavi, in crescita del 35% sul 2021, e 1,8 milioni di investimenti.

Anche nelle Marche, al pari dell'Italia, si osserva un rallentamento nella costituzione di spin-off universitari negli ultimi anni. A fine 2021 ce ne sono 101 di cui 35 cessati (Università Ancona 55; Camerino 30; Urbino 11; Macerata 5). Le aree di attività principali sono servizi per l'innovazione, dell'Ict, life science e dell'energia e dell'ambiente.

Nelle Marche sono presenti 2 incubatori certificati: BP Cube e The Hive. “Si tratta di incubatori di natura privata che basano la sostenibilità economica sulla vendita di servizi alle start-up incubate e a terzi. L'incubatore The Hive acquisisce anche partecipazioni nelle imprese incubate” conclude il rapporto. 

r.vit.

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