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Playoff, Pesaro c'è. Repesa non sbaglia nulla, Daye e Rahkman si prendono lo scalpo di Milano

18 Maggio 2023

di Raffaele Vitali

Pesaro – Una cosa è cambiata in gara tre: l’approccio alla partita. Poi, che Milano sia di un livello superiore è innegabile. Ma Pesaro ha ritrovato il suo cuore e con il battito la vittoria.

Lucida la squadra di Repesa che ha trasformato l‘ultimo periodo di partita nel girone dell’inferno per Milano. Non ci hanno capito più niente Messina e compagni, perché dopo aver scelto una squadra fisica, pronta ad accettare lo scontro, coach Repesa, oggi ha davvero avuto ragione lui, ha puntato sugli uomini di talento: da Daye a Abdur Rahkman, proprio i due peggiori in campo.

Spalle al muro i due americani hanno mostrato la loro forza e non hanno reso vano il lavoro fatto dai portatori di borracce, ovvero Totè e Delfino. Quando suona la sirena e il tabellone racconta un 88-83 che sa di incredibile, il pubblico invade il campo di gioco. È così Pesaro, tutto o niente. Se tu dai, ricevi il doppio da un popolo che ama la pallacanestro come poche altre cose.

Se oggi alla Vitrifrigo sono arrivati in 6mila, dopo due trentelli subiti, chissà cosa accadrà sabato quando Milano dovrà giocare gara 4 ancora a Pesaro. Contro ogni pronostico. Ci hanno creduto i giocatori pesaresi, dal primo minuto e dopo un primo quarto equilibrato, è arrivato un secondo in cui la Carpegna Prosciutto si è dimostrata resiliente.

Repesa ha il suo quintetto e non lo cambia. Lo fa solo a inizio terzo periodo quando capisce che va cavalcato Totè, nettamene il migliore dei primi venti minuti soprattutto per capacità di leggere la difesa dell’Armani. Il bello è che il movimento, spesso dopo un pick&roll, gli viene naturale che sia Charalampoupolos o Moretti a passargli la palla (22-34).

L’oggetto misterioso Daye entra a inizio secondo quarto, ma solo perché Cheatham commette un fallo ingenuo. E per uno della ‘sua età’ le gambe fredde sono quanto di peggio ci possa essere. E infatti, non tira mai. Che poi non difenda lo si sa da sempre, ma almeno metterlo in condizione di tirare. E invece, il figlio di Darren dopo qualche minuto a fare avanti e indietro torna in panchina, dopo 5' in cui l’unica cosa degna di nota è un bel canestro di Kravic, che fa il suo cercando di arginare lo strapotere tecnico e fisico di Shields.

Quando Napier infila l’ennesima tripla, quando vuole fa canestro, portando i suoi a più 10, la partita sembra finita. Ma la VL non è la stessa delle prime due partite, oggi c’è il suo pubblico.

Totè riprende la sua posizione spalle a canestro e se mettesse anche i liberi la rimonta si completerebbe prima. Ci pensa capitan Delfino, con due minuti da capitano (55-55), a rimettere tutto a posto, seguito ancora da Totè, che segna al volo, ma anche con quel tiro che tutti pensano di poter prendere, ma che in realtà è difficile segnare, perché serve la mano morbida per segnare da centro area a due metri dal ferro. Nelle giornate di grazia tutto diventa semplice.

Certo, non si può pretendere che l’intensità sia continua per tutta la partita. E questo è quello che permette a Milano di essere sempre davanti, anche quando non se lo merita. Ma se vuoi limitare gli uomini di Messina devi alzare l’intensità e quando non sei abituato commetti tanti falli, che diventano tiri liberi. Se poi si aggiunge il fatto che Repesa insista con Rahkman, assolutamente il peggiore in campo, il 61-66 con cui si inizia l’ultimo periodo è un grande risultato.

L’intensità si respira in ogni giocata. Da quelle che portano Shields a commettere errori da Csi, con un airball da sotto canestro, alle giocate senza futuro di Rahkman che Repesa tiene colpevolmente in campo al posto di un caldo Tambone.

Ma è questo il basket che piace. Non di certo quello che viene deciso dagli arbitri con un fischio che grida vendetta, un antisportivo a Daye senza logica. Solo che la Carpegna Prosciutto anziché innervosirsi si è arrabbiata. E soprattutto si è acceso Abdur Rahkman, che dà così ragione al suo coach. Fino a quel momento 0 punti e zero in ogni voce, poi alla fine 10 di grande qualità.

È questa la Pesaro che tutti si attendevano, dopo l’arrivo ai playoff all’ultimo secondo. E questa che i tifosi volevano almeno per una sera. E chissà che non diventino due. Sabato si vedrà. intanto Messina deve continuare a sudarsi il posto in semifinale.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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