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Pitti 1. Tamborini, Smi: "L'intelligenza artificiale non può controllare la moda: formiamo i giovani, rendiamoci cool"

9 Gennaio 2024

di Rafffaele Vitali

FIRENZE – “Facciamo che il 2024 sia davvero l’anno del made in Italy. Abbiamo fame di politiche industriali” esordisce Antonella Mansi, presidente del centro di Firenze per la moda italiana. È lei ad aprire ufficialmente Pitti Uomo, “un motore di innovazione”, insieme con il ministro per il Made in Italy, Domenico Urso, il presidente di Pitti Immagine, Antonio De Matteis, e i vertici del sistema economico e politico italiano.

“La presenza del ministro testimonia l’attenzione del Governo verso la manifestazione e la riprova di quanto Pitti sia cresciuta. E il merito va alle imprese che hanno saputo trasformare problemi in opportunità, anche grazie alla macchina che si muove dietro questo salone” sottolinea il sindaco Dario Nardella che al ministro chiede “di semplificare le regole. Che non significa toglierle, ma fare in modo che siano funzionali a tutti”.

Colpisce la platea gremita la proposta che lancia al ministro: “A noi piacerebbe che in ogni scuola si iniziasse a parlare di come il made in Italy sia un settore che porta lavoro, dobbiamo far capire che non è cool solo giocare a calcio ma anche realizzare un vestito, disegnare una scarpa e vederla realizzata. Se facciamo capire quanta soddisfazione c’è dietro il made in, oltre al buon stipendio, avremo un futuro: ma raccontiamolo già dalle scuole dell’obbligo. La moda fa parte del nostro Paese e della nostra cultura. Se c’è una cosa di cui vergognarsi non è lavorare in una fabbrica, ma non saper trasmettere i nostri valori”.

Annalisa Areni è il volto di Unicredit, partner cruciale:” Non ci sentiamo lo sponsor da vetrina, noi abbiamo scelto di essere fattivi, parte del progetto e della costruzione di qualcosa di nuovo. Abbiamo creato una Academy per formare i giovani coinvolgendo cento studenti mettendo a disposizione un team di Unicredit e dei professionisti esterni per seminari centrati sulla cultura industriale e sulla sostenibilità, a partire dal design del progetto. Poi coinvolgeremo anche gli ITS, per parlare anche di creazione materiale. Sostenibilità in primis è far vivere una azienda nel tempo e poi come creare un sogno in maniera concreta e sostenibile”.

Incassa le belle parole De Matteis: “Finalmente il governo parla della moda intesa come settore industriale, per cui grazie Urso. Avere sempre l’Ice al fianco è una garanzia. Nei momenti di difficoltà buyer e imprenditori mostrano il meglio di sé, per cui sono molto fiducioso. Abbiamo tanti ex espositori che vogliono tornare, perché siamo il centro della moda maschile. Questo non ci fa fermare, seguiamo l’evoluzione del mercato. Due anni fa l’e-commerce si pensava fosse il solo futuro, oggi qualcosa è cambiato, anche in quel settore bisogna evolvere. Credo che il 2024 sarà un anno positivo, sono già partiti gli ordini dell’estivo con numeri superiori del 2023. Ci sono aziende che con le pre collezioni hanno conquistato il mercato. Gli imprenditori italiani sanno davvero come uscire dalle difficoltà”.

Voce della moda è Sergio Tamborini, che guida Smi. Analisi lucida, anche dura, per il presidente di Sistema Moda: “Pitti time è una scelta puntuale, perché è davvero un momento di riflessione. Siamo stati travolti da qualcosa che non conoscevamo: pandemia, caro energia, inflazione. Ricordi che avevo da bambino e avevo dimenticato. Oggi invece le aziende devono imparare la gestione del costo del denaro”.

E diretto ricorda a tutti che “la moda non sono paillette e lustrini, è un mondo fatto di fabbriche, industrie, materie prime e produzione che coinvolge il 15% della popolazione mondiale. Il tessile e moda creano 3mila miliardi di giro d’affari, due volte l’automotive. E questo vale per l’Italia, che occupa 600mila persone di cui nel tessile abbigliamento almeno 350mila. Nel 2023 i numeri sono stati buoni, con due fasi diverse: sei mesi sfavillanti e poi un po’ rallentando. Il giro di affari è cresciuto del 3% (65 miliardi), con un valore del +18% pre Covid. Questi sono i fatturati, poi però nelle fabbriche entrano i chili: sono cresciuti i fabbricati, ma non sono saturi gli impianti”.

Per questo è meno ottimista di De Matteis sui primi mesi del 2024: “Avremo mesi complessi. L’euforia post pandemica è finita, ora c’è la riflessione. Questo è un tempo in cui le industrie sono sotto pressione: il Pitti è due volte all’anno, ma la moda spesso deve ragionare su 12 ‘uscite’ all’anno. La produzione è dominata dal consumatore che è sollecitato, quindi le aziende devono costruire un percorso in cui il tempo è determinante. Gli imprenditori hanno vissuto anche il tempo della solitudine, soprattutto i piccoli. E questo ha favorito le aggregazioni con i grandi gruppi, soprattutto stranieri, che hanno iniziato a comprare la manifattura, ma al contempo la manifattura ha cominciato ad aggregarsi, più per volontà della finanza. E c’è poi il tempo della politica, a cui va chiesto qualcosa: abbiamo un gap sull’energia, abbiamo un tema di materie prime e altri nel cassetto come quello dei crediti di imposta sui campionari che va definita in modo ultimativo, perché dà incertezza. Poi c’è il tempo davanti a noi che ci lascia tranquilli perché le imprese sono sempre uscite grazie a innovazione e diversificazione dalle difficoltà”.

Di una cosa Tamborini è convinto: “Per noi non c’è una ChatGpt. Condizionerà la vita, la valuteremo dal lato etico in Europa, ma nell’industria conteranno ancora elementi di base e quindi il fare. Da qui la necessità della formazione. Risolveremo il problema quando i genitori smetteranno di dire ‘studia o vai in fabbrica’. Dobbiamo superare l’idea della punizione e far capire la bellezza della creatività. La politica ci indichi la strada e ci dia gli studenti”.

Matteo Zoppas (Ice) porta lo sguardo internazionale: “Pitti Uomo è la fiera più importate al mondo. Ma continuammo a ragionare su come farla ancora crescere. Il 2022 è stato una grande anno, il 2023 cresce di 7 punti a livello di export, ma è un dato ottimistico. La distribuzione sta avendo qualche rallentamento che ci preoccupa. Dobbiamo trovare nuovi mercati, qui vi aiutiamo, ma anche nuove nicchie, e questo dipende da voi, dalla vostra creatività. Questo soprattutto per gli imprenditori che stanno crescendo e magari non hanno ancora un brand forte. I veri protagonisti sono gli imprenditori, non dobbiamo mai dimenticarlo”

Promuove il Governo: “L’inflazione da noi cresce meno, questo ci rende più competitivi a livello di commodity. Stano tornando indietro i costi sui trasporti, che erano decuplicati. Ma rallenta il mercato. Il nostro sistema è resiliente, il sistema moda fa squadra e questo è un valore aggiunto”. Squadra che il ministro Urso vuole guidare puntando sempre più sul made in Italy grazie alla scuola, nasce il liceo, passando per la giornata dedicata al made in fino a fondi, miliardi di euro, e nuove leggi.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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