PORTO SAN GIORGIO - Torna il pesce fresco a tavola nell’Adriatico, tra che nella fascia da Porto San Giorgio aa Termoli, perché è terminato il fermo pesca. “Il fermo cade quest'anno in un momento difficile - denuncia Coldiretti Impresapesca - con la spada di Damocle delle nuove linee di indirizzo della Commissione Ue che pende sulla flotta italiana. La misura più dirompente è il divieto del sistema di pesca a strascico. Ma le nuove linee prevedono anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali. Senza dimenticare l'invasione del granchio blu".
Coldiretti non ha dubbi: "Lo stato di alcune risorse che il fermo vorrebbe tutelare, in una delicata fase di vita, nei 38 anni di fermo pesca non è gran che migliorato nonostante gli sforzi e le restrizioni messe in atto dalla flotta nazionale che ha visto una contrazione perdendo circa il 33% delle unità da pesca e 18000 posti di lavoro. Il fermo deve avere come obiettivo quello di tutelare le risorse target nelle fasi biologiche più importanti quali la nascita e l'accrescimento dei giovanili, una fase di tutela che non può essere disgiunta dalla attenzione alla sostenibilità economica delle imprese di pesca”.
Non nasce per questo, ma l’incontro di domani promosso da Basilio Ciaffardoni, alias il Cozzaro Nero, arriva al tempo giusto. Alle 1845 nell’area della Piccola Pesca sul lungomare sud si parlerà di ‘Piccola pesca artigianale’. Ciaffardoni, è vice presidente CO.GE.PA, Consorzio della piccola pesca artigianale di San Benedetto del Tronto, con lui ci saranno la dottoressa Phd Biologa Barbara Zambuchini, “Partners in Service srl – Istituto scientifico Masaf (Ministero dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste) – CEA, ministero dell’agricoltura “Ambiente e Mare” Regione Marche, la prof Giorgia Gioacchini DISVA, dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente dell’ Università Politecnica delle Marche, e operatori della piccola pesca del Consorzio CO.GE.PA.
Il Cozzaro Nero da sempre è attento alla cura del mare e ne studia l’evoluzione, essendo anche un esperto palombaro. Anche sul granchio blu, presentato da alcun come il nemico, c’è tanto da dire e di buono da scoprire. Il Cogepa non per nulla ha siglato un accordo con i colleghi nel nord dell’Adriatico, dove il granchio è molto comune, per il suo utilizzo “visto che è buono, ha prezzi inferiori e quindi va conosciuto e spiegato” spiegano dal consorzio che per la prossima primavera estate immagina momenti di incontro e approfondimento proprio sul nuovo granchio.