FERMO – Il piano scolastico regionale presentato dall’Usr guidato da Ugo Filisetti non ha stupito nessuno. “È basato sui numeri, quindi logico che non preveda il mantenimento di cinque plessi nel Fermano” spiega il presidente della Provincia Michele Ortenzi.
“Ma questo – aggiunge subito affiancato dalla consigliera Pisana Liberati – non significa che chiuderanno. Dobbiamo aspettare gennaio, vedere i numeri delle pre iscrizioni e poi combinare una trattativa basata sui valori e la funzionalità più che sui freddi numeri”. E di questo i due politici hanno già iniziato a parlare con Filisetti in occasione della consegna dei diplomi di Oss al Polo Urbani.
Nel mentre, il consiglio provinciale ha presentato il suo piano di rete scolastica fa presentare in regione per l’annata 2023-2024. Punto fondamentale è la salvaguardia dei presidi scolastici, soprattutto nelle zone del sisma. Per questo servirà un impegno della politica. “Speriamo che chi è andato a Roma, penso agli onorevoli Castelli e Latini, si impegnino come promesso da assessori per il mantenimento delle scuole nei piccoli comuni”. Cosa che oggi è avvenuta in alcuni casi con ‘escamotage’ condivisi con le dirigenti che hanno tenuto aperto un presidio, più che una scuola chiedendo un sacrificio ai docenti. È il caso di Campofilone e di altre realtà anche in Valtenna.
La certezza è che il liceo coreutico non partirà all’interno del liceo Artistico. Che però rilancia chiedendo un indirizzo multimediale. Mentre il coreutico potrebbe finire in capo al liceo Classico che ha visto diminuire la sua popolazione scolastica.
Non rinuncia Amandola al progetto su cui tanto ha lavorato anche il sindaco Adolfo Marinangeli, quello di far partire un ‘alberghiero’ tra i Sibillini, con un indirizzo molto legato al turismo. La struttura c’è, la cucina anche, manca solo la volontà di dare alla montagna una opportunità. Dopo lo Scientifico, che ha già un liceo quadriennale, ci prova anche il Montani, si vedrà se la richiesta non cadrà nel vuoto.
Raffaele Vitali
