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Petrolio alle stelle: camionisti pronti a bloccare le Marche, pescatori a rischio fallimento. Cna e Coldiretti Fermo alzano la voce

11 Febbraio 2022

FERMO – Mare e terra, il problema non cambia: il costo del carburante rischia di fermare i trasporti. “Non ce la facciamo più a contenere la rabbia degli autotrasportatori” avvisa Emiliano Tomassini, presidente Cna Fermo e autotrasporto, mandando un messaggio alla politica.

“Un aumento del 25% su base annua del costo del gasolio impatta tutto sulle imprese dell’autotrasporto. Vale, a livello nazionale, come maggiori costi per oltre 535 milioni di euro sui bilanci aziendali: non ci sono tutele né meccanismi per rendere automatici gli aumenti sui costi applicati alla committenza. Basta pacche sulle spalle” prosegue.

Il punto è che “il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso, ma anche l’additivo AdBlue per i veicoli più moderni e il GNL (gas naturale liquefatto). Senza provvedimenti specifici l’autotrasporto si mobiliterà anche nelle Marche. Nelle prossime settimane verranno organizzate manifestazioni in diverse aree del territorio nazionale, compresa la nostra regione, in mancanza di risposte ed impegni precisi sul caro energia” aggiunge il direttore Alessandro Migliore.

Spostandosi dalla gomma all’acqua, ecco che la mazzata rincari sale sulle barche dei pescatori. “E come se tutto ciò non bastasse la tempesta diventa perfetta con la riduzione delle giornate di pesca. Di questo passo uscire in mare non sarà economicamente sostenibile, il settore subirà l'ennesima mazzata e tutto ciò favorirà, dato che la domanda non manca di certo, ulteriori importazioni di pesce straniero che non garantisce gli stessi standard di qualità e sicurezza del prodotto Made in Italy, né l'attenzione e il dovuto rispetto alla risorsa mare" spiegano Armando Marconi e Francesco Goffredo, presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo.

L’impatto sul sud delle Marche è grande. La marineria di San Benedetto è la seconda del Paese dietro Mazara del Vallo e le Marche, in generale, contano circa 750 imbarcazioni (quinta marineria d'Italia) e rappresentano l'11% della produzione nazionale con oltre 21mila tonnellate di catture. “E questo – proseguono – nonostante nelle Marche le aziende siano diminuite del 13% negli ultimi 20 anni mentre la quota di pescato estero ha raggiunto l'80% sui banchi nazionali”.

Da qui la richiesta, anche per garantire “la bontà del nostro pesce, la sua salubrità, la stagionalità del mare e la cura dell'ambiente”, di calmierare i costi del carburante.

@raffaelevitali

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