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Per i pensionati fermani la ricchezza è lontana: mille euro al mese. Rocco, Cisl: "Dal Governo un primo aumento, avanti così"

4 Gennaio 2023

Fermo – Giovani in cerca di lavoro, donne che lo perdono, cassa integrazione che cresce, ma i pensionati come stanno in provincia di Fermo? Il quadro lo disegna il segretario della Cisl pensionati Lanfranco Rocco: “Nel 2022, nella Provincia di Fermo sono state erogate 67.618 prestazioni pensionistiche. Di queste, l’84% (56.599) sono prestazioni previdenziali, mentre le restanti 11.019 sono prestazioni assistenziali, ovvero pensioni sociali e per invalidi civili” spiega)

Quello che caratterizza la piccola provincia è che l’87% delle pensioni sono erogate a ex dipendenti del settore privato. Non è certo ricco il pensionato fermano, la media è di 1015 euro al mese, contro una media regionale di € 1.147. “Significative sono le differenze tra gli ex dipendenti privati, che percepiscono in media € 887 mensili lordi, e quelli pubblici che ne percepiscono 1.888” aggiunge.

Di fronte a questi numeri è evidente che la rivalutazione delle pensioni sia necessario, almeno per contrastare l’inflazione galoppante. Promuove quindi la prima mossa del governo Meloni il segretario della Cisl Pensionati: “Viene stabilito che il tasso di rivalutazione annuale delle pensioni (7,3%) si applichi per il 100% a tutte le pensioni il cui importo arriva fino a 4 volte il trattamento minimo (circa 2.100 € mensili). In Provincia di Fermo questa rivalutazione interessa circa 62.000 pensioni”.

Un e emendamento approvato su pressione della Cisl ha anche permesso di riconoscere un incremento fino all’85% per le pensioni che sono 4-5 volte superiori al reddito minimo. “Operazione che garantisce un adeguamento di circa 150 euro al mese per le pensioni tra i 2.000 e i 2.500 euro lordi, che in Provincia di Fermo sono circa 3.000”.

Bene, ma non basta. Per questo la Fnp insieme con la Cisl chiede al Governo l’apertura di un tavolo di confronto per una modifica complessiva del sistema previdenziale. Tra le richieste spicca quella di “una pensione di garanzia per i giovani precari e di riconoscere ai fini previdenziali il lavoro di cura svolto dalle donne, specie nei confronti delle persone anziane e non autosufficienti”.

Nelle Marche questa seconda fascia è molto coinvolta considerando che ci sono 75mila persone non autosufficienti. “Di queste, solo il 32% beneficiano di servizi pubblici residenziali, diurni o domiciliari. Il restante 68% deve cavarsela da solo, con il sostegno dell’indennità di accompagnamento (€ 525,11 mensili) e ricorrendo alle assistenti familiari private, che ufficialmente nelle Marche sono 14.061, ma delle quali se ne stimano circa il triplo” conclude Rocco che auspica l'approvazione dello “Schema di disegno di legge in materia di assistenza agli anziani non autosufficienti".

Raffaele Vitali

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