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Papa Francesco nomina il nuovo vescovo di Tolentino e chiude la discussione: "Non mi dimetto, il mio è un ruolo a vita"

17 Febbraio 2023

FERMO – Un vescovo onorario che rispetta la storia di una comunità e la conferma che non si dimetterà: Papa Francesco in poche ore segna il futuro di un pezzo importante delle Marche cattoliche e manda un messaggio al mondo.

Ha nominato monsignor Rolandas Makrickas vescovo di Tolentino, mantenendo così viva la memoria storica dell'antica diocesi, che resta guidata, ufficialmente, dall'attuale vescovo Nazzareno Marconi, della diocesi di Macerata. Un modo che permette a Tolentino di conservare il vecchio status di diocesi. Allo stesso modo Georg Ganswein è, da anni, vescovo di Urbisaglia. Contento il sindaco Mauro Sclavi: “Con questo titolo onorifico la nostra città si lega in amicizia e spiritualmente ad un importante arcivescovo”.

Monsignor Makrickas è nato a Biržai, in Lituania, 51 anni fa. Ordinato presbitero nel luglio 1996 per la diocesi di Panevėžys, fino al 2001 è stato sottosegretario della Conferenza episcopale lituana e responsabile del Comitato nazionale del Grande Giubileo del 2000. Entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 2006, ha prestato la sua opera presso le Rappresentanze pontificie in Georgia, in Svezia, negli Stati Uniti d'America e in Gabon. Dal 15 dicembre 2021 è commissario straordinario per la Basilica papale di Santa Maria Maggiore.

Oltre a questo, Papa Francesco ha anche chiarito la questione ‘dimissioni’: “Non possono diventare una moda e un Pontefice è ad vitam”. Se Benedetto XVI ha dato una importante testimonianza alla Chiesa, anche lasciando il ministero perché non si sentiva più nelle forze per proseguire, questo non può diventare un percorso che tutti devono seguire. “È vero che io ho scritto le mie dimissioni due mesi dopo l’elezione e ho consegnato questa lettera al cardinale Bertone. Non so dove si trovi questa lettera. L'ho fatto nel caso che io abbia qualche problema di salute che mi impedisca di esercitare il mio ministero e di non essere pienamente cosciente per poter rinunciare. Questo però - ha detto il Pontefice parlando ad un gruppo di gesuiti in Africa - non vuol affatto dire che i Papi dimissionari debbano diventare una cosa normale”.

Sulla lettera ha dato un ulteriore chiarimento: “Anche Pio XII ha scritto una lettera di rinuncia nel caso che Hitler lo avesse portato in Germania. Così lui disse che avrebbero catturato Eugenio Pacelli e non il Papa”.  Francesco ha riconosciuto a Benedetto il coraggio di fermarsi, avendo problemi di salute.

“Io per il momento non ho in agenda questo. Io credo che il ministero del Papa sia ad vitam. Non vedo la ragione per cui non debba essere così. Pensate che il ministero dei grandi patriarchi è sempre a vita. E la tradizione storica è importante. Se invece stiamo a sentire il 'chiacchiericcio’, beh, allora bisognerebbe cambiare Papa ogni sei mesi”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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