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Padre, nonno, presidente: il funerale di Grilli è una prova di fede. La figlia: "Sapeva di dover morire, oggi è felice con Cristo"

31 Ottobre 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – Un funerale segnato dalla fede. Questo è stato l’ultimo saluto ad Amedeo Grilli, presidente della Carifermo.

Chissà come deve essere stato andar incontro alla propria morte, sapendo che sarebbe arrivata. Grilli ha scelto di arrivarci a testa alta, senza rinunciare a quello che lo faceva stare davvero bene, ovvero la sua famiglia. “Mio padre – racconta la figlia Claudia prima dell’inizio della celebrazione, accolta dal vescovo Pennacchio – ha fatto una scelta e questa celebrazione deve essere una festa. Lui ha scelto di vivere la malattia, che è stata molto rapida, pochissimi mesi, con tutti noi”.

Grilli aveva una certezza: stava andando in cielo, verso Cristo. “Questa è la forza che l’ha accompagnato. Ha avuto il tempo per prepararsi all’incontro don Gesù” prosegue la figlia. Gli ultimi venti giorni sono stati i più probanti, il fisico era stanco. “Poter affrontare un cammino di purificazione l’ha aiutato e accompagnato nel dolore”.

Questo è stato il momento della scelta più difficile, come vivere il suo ultimo tempo da marito, padre e soprattutto nonno. “Lui era per tutti i nostri figli il nonno performante. Ma ha scelto di non andarsene senza passare il tempo con loro. E noi abbiamo deciso di farglielo vivere”.

E che la serenità, pur nel dolore della perdita, sia parte della famiglia dell’ex presidente della Carifermo Spa lo dimostra la prima fila del duomo di Fermo. Certo, ci sono le lacrime, molte dovute ai tanti abbracci e alle parole che le persone a bassa voce dicono alla moglie Luigia, in primis, ma soprattutto spiccano i volti sereni che guardano quella bara semplice, che salgono e scale per leggere il salmo, come fatto dal figlio, o la preghiera dei fedeli, affidata ai più piccoli che avevano un pensiero per il nonno.

Per andarsene ha scelto la bara più semplice, la stessa con cui fu sepolto Giovanni Paolo II, il Papa diventato santo. Nessuna foto, niente scritte, ma solo legno semplice. “La malattia non è diventata la disgrazia, ma il momento per pregare insieme, per passare tempo. Questa cerimonia è più per noi, sappiamo che lui è già contento, perché è con Cristo” ribadisce la figlia, resa forte dagli sguardi dei fratelli Pietro e Giulio.

È una cerimonia sobria, esattamente come era l’ingegnere. “Un visionario, non sarà semplice sostituirlo. Ma soprattutto non basterà una persona sola” commenta a fine cerimonia Sauro Longhi, l’ex rettore dell’università Politecnica delle Marche che con Grilli, ingegneria entrambi, ha condiviso il rilancio dell’università a Fermo. E tra i banchi c’è anche l’attuale rettore, Gian Luca Gregori, che si è fermato a lungo a parlare con il sindaco Paolo Calcinaro, che ha indossato la fascia in rispetto a un uomo che tanto ha dato.

“San Paolo – riprende Padre Sante Pessot, che ha celebrato la cerimonia insieme ad altri sacerdoti tra cui don Vinicio e frate Mago – identifica bene gli uomini, quelli che sono in cerca di gloria, del contare tra gli altri, quelli che fanno per sentirsi glorificati. Bene, Amedeo Grilli era tutt’altro: lui era mosso dallo spirito di servizio per la sua comunità”.

Ascolta silenziosa la folla che riempie il duomo. Le parole di Padre Sante colpiscono tutti. È proprio così. il presidente silenzioso, parco nelle parole, “che poteva sembrare burbero ma che in realtà era l’opposto” ribadisce, è stato il perno della cultura e del sociale del territorio.

Per questo ci sono tanti sindaci, tra cui Moira Canigola, Romina Gualtieri e l’ex di Monteleone Vittorio Paci oltre al presidente della provincia Ortenzi; ci sono i volti dell’economia, dal numero uno della Cna Paolo Silenzi, “c’era sempre se lo cercavi e soprattutto si confrontava. Non ho dubbi che la Carifermo proseguirà il suo lavoro in autonomi”, a quello della Svem Andre Santori fino ai vertici di Confindustria.

“Come imprenditori abbiamo avuto con lui un confronto sempre franco. Non ha negato dei ‘no’ quando riteneva che fossero importanti per i conti della banca, che fossero strategici. Ma è stato, insieme con il presidente Palma, il riferimento per ogni fermano. Insieme con la banca è cresciuto tutto il sistema che negli anni ha reso la piccola provincia un modello da studiare. Dobbiamo solo dirgli grazie” aggiunge Fabrizio Luciani, presidente di Confindustria Fermo.

Poi i suoi due mondi più vicini: la Carifermo e il Montani. Alberto Palma ed Ermanno Traini sono i primi a incontrare i famigliari e i tanti intervenuti, Cda della banca e board in testa, ex dg Cohn incluso oltre al presidnete Girotti Pucci.

Lungo e vero l’abbraccio tra la signora Grilli e l’ex presidente della Fondazione. E poi gli ex Allievi del Montani, che dando la notizia sulla pagina social hanno aperto al mondo dei ricordi e delle condoglianze di migliaia di tecnici che si sono formati nel prestigioso istituto di cui andava fiero tanto quanto la laurea.

Finisce con le campane che suonano a festa. “Lo voleva nostro padre, è il segno della sua gioia per raggiungere il Signore”. “Ha vissuto tra fede e amore” conclude padre Sante.  Ora la sfida più difficile, proseguire il suo lavoro. “Mancherà a tutti. Da oggi, tutti dovremo impegnarci per non vanificare il suo lavoro e mantenere solida e indipendente la Carifermo, player riconosciuto da tutto il sistema bancario italiano per serietà e capacità” il pensiero finale di Luciani a nome del sistema economico che la Carifermo ha sempre accompagnato.

@raffaelevitali

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