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Otto milioni di euro e una nuova legge nelle Marche. Turismo, commercio e professionisti: i borghi vi aspettano

8 Novembre 2021

FERMO - “Ritengo che sia stato fatto un buon lavoro sotto il profilo istituzionale costruendo una legge coerente con le esigenze delle nostre realtà. Una legge credibile ed efficace". Queste parole di Fabrizio Cesetti, consigliere del Pd ed ex assessore al Bilancio, sono forse il riconoscimento più importante per la Giunta di Francesco Acquaroli e il consigliere Andrea Putzu. Al centro dei complimenti c’è la nuova legge per la valorizzazione dei borghi e dei centri storici.

Il consiglio regionale delle Marche ha approvato la legge che stanzia 7,8 milioni di euro per il triennio 2021-2023 (100mila euro nel 2021, 1,9 milioni nel 2022 e 5,8 milioni nel 2023). Il provvedimento, che su richiesta dello stesso governatore, Francesco Acquaroli, era stato rinviato per cercare di trovare una convergenza tra maggioranza e opposizione, è stato approvato all'unanimità. "Proprio per questo ho ritirato molti emendamenti in accordo con i relatori di maggioranza e minoranza perché di fatto quelli finanziari sono stati accolti” ha ribadito Cesetti.

La legge, relatore di maggioranza Marco Ausili (Fdi), punta sulla promozione e lo sviluppo del turismo diffuso e sostenibile grazie ai tre progetti 'Borgo accogliente', 'Albergo diffuso', 'Residenze diffuse'.

Sono previsti contributi ed incentivi, tra le altre cose, per la riqualificazione di strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, per l'attivazione dell'albergo diffuso, per lo sviluppo di piccole imprese commerciali e produttive, la promozione dell'artigianato artistico, tipico e tradizionale, l'ammodernamento e la ristrutturazione di laboratori e botteghe, il recupero di attrezzature in disuso e acquisto di macchinari, la creazione di studi professionali e di attività di terziario avanzato, la transizione al digitale, interventi formativi, la valorizzazione del patrimonio artistico e della cultura immateriale e, infine, la valorizzazione dei prodotti alimentari da filiera corta.

"Una legge che punta sul patrimonio, visto come potenzialità, valorizza l'identità locale, propone molteplici misure fortemente integrate, si connette ad altra progettualità della Regione e delinea una programmazione ampia fondata su una precisa visione di territorio che vogliamo implementare e perseguire" prosegue Ausili.

"Con la legge sulla valorizzazione dei borghi facciamo di tradizione, identità e bellezza fattori competitivi per costruire una fetta di economia regionale, di posti di lavoro, di opportunità per i giovani. Lanciamo il brand dell'eccellenza Marche a tutto tondo" ribadisce Marco Marinangeli, insieme con tutti gli altri consiglieri regionali della Lega.

“Un’interdisciplinarietà tra turismo, cultura, commercio, artigianato artistico, agricoltura, mondo imprenditoriale, politiche attive del lavoro, reti telematiche fino all’edilizia per la conservazione degli immobili nei borghi e centri storici. Mi preme, ancora, evidenziare l’aspetto relativo al potenziamento dell’accoglienza diffusa attraverso l’istituzione della rete regionale dell’albergo diffuso che sarà contraddistinta con l’individuazione di un marchio di rete” aggiunge Andrea Putzu.

"La tutela dei borghi non è solo un dovere, ma è anche una strategia economica volta a recuperare una parte di quanto perso con la crisi legata alle imprese manifatturiere e con il più devastante sisma degli ultimi 300 anni” aggiungono i consiglieri di maggioranza prima della chiosa di Jessica Marcozzi: “La forza del piccolo diventa davvero utile quando è messa in rete, in un quadro complessivo e strutturato di promozione territoriale ad ampio raggio". 

Nel dettaglio, la nuova legge nel triennio di programmazione potrà contare su una dotazione finanziaria di 7 milioni e 800 mila euro di risorse regionali oltre ai fondi europei per gli interventi settoriali e stabilisce anche l’istituzione dell’Elenco dei borghi storici delle Marche a cui possono iscriversi i Comuni o i borghi storici che hanno alcuni requisiti minimi: popolazione non superiore a 5000 abitanti nel borgo storico, anche se appartenenti a Comuni più grandi; prevalenza di edifici di interesse storico-artistico sull’insieme del costruito, un complesso esteticamente omogeneo; presenza di attività economiche e commerciali locali e di servizi di potenzialità turistica.

r.vit.

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