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Ordigno esploso a P.S.Elpidio, arrestato il responsabile

7 Novembre 2022

PORTO SANT'ELPIDIO - Era circa le 21 dello scorso 20 settembre quando a Porto Sant'Elpidio in via Mameli, nella stessa sera, qualcuno aveva compiuto un doppio atto intimidatorio. Il primo sfondando il lunotto di un’auto in sosta con una pietra. Il secondo facendo espolodere con un ordigno esplosivo la vicina cabina di gas e luce rischiando di causare una vera e propria strage. Per fortuna i danni si limitarono ai vetri delle vicine abitazioni e a quello del marciapiedi.

Sul posto erano subito intervenuti l’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, la Squadra Mobile, la polizia scientifica, i Vigili del Fuoco ed il personale del nucleo artificieri di Ancona, che dopo aver transennato la zona avevano avviato le indagini.

Dopo pochi mesi la Polizia di Stato, in particolare la Squadra Mobile di Fermo, ha trovato il responsabile dando esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un cittadino italiano, di circa 40 anni, residente nella provincia di Macerata, già noto alle Forze dell’Ordine per i suoi precedenti penali e di polizia.

L'auto danneggiata apparteneva ad una giovane che dopo aver controllato che non era stato sottratto nulla dalla vettura rientra in casa. Dopo circa venti minuti lei, la sua famiglia e migliaia di persone avevano sentito il forte boato.

Dalle indagini è emerso che l’Ordigno, verosimilmente un manufatto artigianale, assemblato con una elevata quantità di esplosivo.

I poliziotti intervenuti sul posto hanno raccolto numerose testimonianze di vicini e di potenziali testimoni giungendo alla conclusione che i due atti intimidatori fossero entrambi indirizzati alla medesima persona: la giovane proprietaria dell’autovettura danneggiata.

Senza soluzione di continuità gli investigatori della Squadra Mobile hanno acquisito le immagini registrate dai numerosi sistemi di videosorveglianza pubblici e privati di Porto Sant’Elpidio verificando che nell’arco temporale ricompreso tra la fase precedente il danneggiamento e l’esplosione era transitata numerose volte una autovettura in uso ad un soggetto gravato da precedenti penali e di polizia per reati contro la persona, contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti.

Quello stesso soggetto, a bordo della sua autovettura era passato proprio nella via dell’esplosione, pochi secondi dopo la deflagrazione dell’ordigno dopodiché aveva lasciato il comune di Porto Sant’Elpidio per rientrare nella sua provincia di residenza, Macerata.

Gli investigatori sono riusciti anche a identificarlo grazie ad alcune immagini catturate durante una sosta che effettua nel comune di Porto Sant’Elpidio.

A quel punto è stata immediatamente convocata la vittima ma la ragazza aveva affermato di non conoscere il soggetto. Nel proseguo delle indagini, verificando amicizie, rapporti con colleghi e di ogni possibile soggetto che avrebbe potuto volerle male è emerso che l’unico collegamento con l’attentatore è una sua ex collega che aveva avuto una relazione amorosa finita male con il soggetto sospettato.

I poliziotti hanno dunque questa ragazza la quale, interrogata circa i suoi rapporti con l’uomo, ha raccontato, non senza difficoltà, di una storia finita male.

Grazie all'analisi del telefono cellulare è emerso l'ultimo passaggio.

L’uomo, non accettando la fine della loro relazione, avvenuta lo scorso anno, non aveva mai smesso di chiamarla, di inviarle messaggi continui. In un'occasione si sarebbe anche sostituito alla donna creando un falso account su un sito internet a suo nome. I

Infine la giovane ha trovato la forza di raccontare ciò che è avvenuto e di essere stata anche pedinata attraverso l’uso di strumenti elettronici, attraverso un gps.

Grazie all’analisi del cellulare i poliziotti hanno scoperto che l’uomo aveva una forte avversione nei confronti della ragazza di Porto Sant’Elpidio probabilmente perché affetto da una insana e insensata gelosia della amicizia delle due giovani o perché attribuiva a questa ragazza la fine della loro storia.

La giovane ragazza, vittima di stalking, terrorizzata, non aveva mai voluto sporgere querela per la paura di ritorsioni dell’uomo, spaventata dal fatto di potersi ritrovare nella stessa condizione di una sua coetanea, anche lei una ex fidanzata dell’uomo, anche lei vittima di un grave stalking da parte di quest’ultimo che è già stato condannato in primo grado per atti persecutori.

L’Indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata, ha portato all'immediatamente emissione di una misura cautelare a carico del soggetto e il Giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere.

L’attività di indagine condotta in poco più di un mese ha permesso di assicurare alla giustizia il responsabile di un reato gravissimo come lo stalking ricompreso nel genus “Codice Rosso” e della esplosione di un potente ordigno che aveva destato enorme allarme sociale a Porto Sant’Elpidio e nella provincia di Fermo.

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