FERMO – Il futuro del Liceo Classico Annibal Caro di Fermo è tutt’altro che definito. Una lunga riunione in Provincia tra i vertici politici e tecnici (il presidente Ortenzi, il vice Calcinaro, la consigliera Liberati, il dirigente Pignotti e il funzionario Vallasciani) con i membri del Comitato Scuole Sicure di Fermo rappresentato dalla giornalista Donatella Lappa, Massimiliano Bartocci e il dottor Scartozzi.
“Come sta davvero l’immobile in via Leopardi?”. La domanda diretta del Comitato. Che ha preso spunto dalle ultime carte a disposizione, quelle del 2018, ovvero lo studio di vulnerabilità sismica effettuato dall’ingegner Egidio Santucci. Dopo il verdetto che garantiva la sicurezza, un esposto è stato presentato in Procura. Da quel momento, un Ctu nominato dall’autorità giudiziaria ha dato mandato alla Provincia di eseguire uno studio suppletivo, affidato sempre all’ingegner Santucci, che esaminasse la scuola e l’aggregato, dall’auditorium al contesto.
E questo è stato fatto nel 2021, poi consegnato a maggio 2022 alla Procura. “Studio di cui non di conoscono i risultati” sottolinea il Comitato. Ma non è così. “Lo studio, spiega la Provincia, conferma la sicurezza sismica della scuola, come già fatto tre anni prima”. Un punto chiave su cui ha battuto il Comitato, convinto invece che ci fossero maggiori problemi.
Lo studio di vulnerabilità ha confermato che per mettere a posto le zone attualmente interdette, dove si trovano biblioteca e aula di fisica, serve un intervento congiunto con il Comune, che deve recuperare l’auditorium San Martino. Comune che è in cerca delle risorse necessarie al restauro.
Messa da parte la questione sicurezza, gli alunni sanno di studiare in una scuola che rispetta i parametri, resta la questione disagio. Sono 15 le aule attualmente in funzione all’Annibal Caro che in previsione dell’intervento già finanziato sui tetti dovranno con molta probabilità cambiare sede.
“Prima che si determini un ulteriore calo delle iscrizioni, anche in seguito alle visite previste per il prossimo “open day” ci si è interrogati sulla necessità di un rapido trasferimento in attesa della costruzione del nuovo plesso scolastico, che non dovrebbe sorgere prima di 3/5 anni, anche in considerazione che la situazione di “sofferenza e disagio” della scuola aumenterà inevitabilmente con l’inizio dei lavori per il rifacimento del tetto che dovrebbero iniziare nel 2023” riprende il Comitato.
“Siamo consci che fare scuola in questo modo sia complicato” hanno ribadito i vertici della Provincia durante l’incontro. Ma da qui ad avallare la richiesta del comitato, di tarda ce ne è tanta. Infatti, Bartocci, Lappa e Scartozzi hanno chiesto alla Provincia uno switch, ovvero un cambio di sede “tra uffici della Provincia e le classi del Liceo Classico, anche in considerazione del limitato numero di classi da trasferire, proposta che nel 2016 era stata ritenuta non praticabile per l'eccessivo numero di classi. Il Liceo Classico verrebbe collocato presso i locali attualmente occupati dagli uffici provinciali, che tra l’altro erano stati costruiti proprio per ospitare questa scuola, mentre la Provincia troverebbe una collocazione consona nello storico palazzo Euffreducci”.
Proposta che non troverà accoglienza, a meno di una volontà politica molto marcata del presidente Ortenzi e del suo vice Calcinaro, che di palazzo Euffreducci come comune è proprietario. “ma sappiamo bene che la questione va affrontata per tempo, visto che i lavori sui tetti potrebbe dalla prossima estate comportare la chiusura di ulteriori ali della scuola. Troveremo la soluzione migliore, consci che per il nuovo Liceo di tempo ne servirà” conclude la Provincia.
r.vit.
