MONTEGRANARO – Già solo vedere qualcuno tagliare l’erba ha fatto sognare i cittadini di Montegranaro. Perché, serie A o no, quello scheletro indegno alle porte del paese, dove sarebbe dovuto nascere tre lustri fa il super palazzetto, non lo sopporta più nessuno. Ancora di più quando viene lasciato all’abbandono con erba alta e rifiuti.
Il sindaco Endrio Ubaldi ha così deciso di cominciare dalla pulizia, sapendo che presto, di certo entro ottobre 2024, il palasport sarà pronto. Bello, nuovo, efficiente e con 2mila posti modulabili fino a 3mila. Che possono sembrare tanti per chi oggi non sa ancora in che serie giocherà, ma che sono quelli che deve avere la città della calzatura che per anni è stata anche la terra del basket.
Il cantiere, insomma, prende vita. E con i tagliaerba, necessari per liberare l’area in cui verranno effettuati i sondaggi per studiare le fondamenta, sono arrivati anche ulteriori fondi, come conferma l’onorevole Mauro Lucentini, un altro che come il sindaco è cresciuto a pane e basket.
Lo scheletro datato 2004 nel giro di qualche mese saprà il suo destino: se gli esami daranno garanzie, si ripartirà dalle colonne presenti, altrimenti si rimuoverà tutto, con un aumento di spese ma anche una più semplice modulazione degli spazi.
“Al momento abbiamo 4 milioni di euro, di cui 2,5 sono fondi regionali, uno del ministero dello Sport e 500mila euro dalle casse comunali”. Ma l’onorevole è anche convinto di poter intercettare un altro milione, se sarà necessario. “Realizzeremo la miglior struttura possibile” confermano dall’amministrazione. Che intanto osserva l’evoluzione societaria.
Non è un mistero che Fabriano sia pronta allo scambio di titoli con la Sutor, non avendo un palasport a diposizione i fabrianesi non vogliono vivere un’altra stagione da emigranti, cosa che gli è costata la serie A2. Meglio un passo indietro per risalire non appena avranno il nuovo palasport.
Di fondo è lo stesso dubbio che ha la società guidata da Mauro Gismondi, retrocessa in C gold al termine di uan stagione sfortunata, soprattutto per i tanti infortuni. Ma, la storia insegna, mai rinunciare a una categoria potendo mantenerla. Perché poi tornare in alto diventa complesso, ancora di più rivista della riforma dei campionati che ridurrà i posti a disposizione in serie B.
Solo che per restare nella terza serie servono risorse, che il consorzio deve garantire, struttura, con una chiara definzione dei ruoli, staff tecnico, magari partire con la conferma di coach Cagnazzo, e giocatori, da scegliere non quando restano solo quelli di seconda fascia. Il potenziale c'è, serve la volontà.
Raffaele Vitali
