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No al green washing, sì al recupero dello scarto: Camera di Commercio e Unicam insegnano alle imprese il business sostenibile

11 Febbraio 2022

di Raffaele Vitali

CAMERINO – Università di Camerino e Camera di commercio delle Marche insieme per una vera economia circolare. “Le università non possono sottrarsi a una necessità chiara del pianeta: ridurre la produzione di anidride carbonica. Non potendo sospendere le produzioni, per arrivare allo zero bisogna lavorare - spiega il retttore Claudio Pettinari - per sottrarre ciò che sto immettendo. E questo lo si fa lavorando sui processi, sui materiali”. Bisogna partire dai dati, quelli di Ecocerved, ma poi c’è la competenza del ricercatore, in questo caso l’ingegner Francesco Balducci, che deve far comprendere come il rifiuto possa diventare una risorsa.

La Camera guidata da Gino Sabatini punta sul “Programma sostenibilità ambientale” per favorire la crescita e il posizionamento del sistema camerale in materia ambientale, con la messa in campo di servizi innovativi e tecnologicamente avanzati a supporto delle imprese e della pubblica amministrazione per la nascita di un mercato circolare.

Il progetto ha per ora una base biennale, “ma sono certo che proseguirà fino al 2050” aggiunge il rettore. Il tema del rifiuto non ha confini, edilizia inclusa, serve quindi una ‘mediazione culturale’ riprende il segretario generale dell’ente, Fabrizio Schiavoni.

L’economia circolare vuole essere un perno dell’azione camerale: “Non siamo un moloc, ma un luogo di ascolto e di intervento di fronte alle necessità che emergono in regione e tra le nostre aziende. Nelle Marche ci sono tante imprese che credono nella green economy e hanno investito in progetti. Non siamo all’anno zero, ma è necessario diffondere questa cultura” riprende Sabatini.

L’Italia produce poche materie prime, ecco che un piano di riutilizzo di materiali di scarto diventa ancora più importante. “Tra tutte le filiere che abbiamo, quella manifatturiera della Tac, tessile abbigliamento calzatura, ha un focus dedicato. Le buone prassi ambientali non devono essere solo un adempimento burocratico, ma un cambio di paradigma per le imprese che porti a risultati economici e ambientali” prosegue il presidente che crede molto anche nella formazione che l’Università di Camerino potrà garantire.

Il progetto di Camera e Unicam è realizzato con Ecocerved e prevede un’assistenza gratuita alle imprese per aiutarle a comprendere se e come poter reimmettere i propri residui di lavorazione in questo circuito virtuosi e inserirsi nel mercato virtuale della domanda e offerta di sottoprodotti con molteplici ricadute. “Si abbattono i costi di smaltimento e di trasporto che per sottoprodotto è genericamente più basso rispetto a quello rifiuti di circa il 50% - 60%” ribadiscono i protagonisti.

Nelle Marche il totale delle imprese è circa 145.000 e le aziende dei settori Primario Manifatturiero Energia e Paesaggio (Primep) superano le 44.000 unità: la quasi totalità opera in agricoltura (56%) e manifatturiero (41%), seguite a grande distanza da paesaggio (2%) ed energia (1%). Queste producono 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti, un milione quelli riciclati.

In questo mondo, Unicam vuole giocare da protagonista, trovando la 'quadratura del cerchio'. Come spiega Francesco Balducci, imprenditore, scopritore di start up e ricercatore con dottorato già alle spalle: “Vogliamo essere facilitatori per organizzazioni e aziende che vogliono intraprendere un percorso di innovazione e circolarità. Quattro aspetti chiave. Primo è conoscere la parte teorica di economia circolare e dell’esperienza; le norme e le direttive; gli strumenti e la mappatura di ciò che si ha in azienda e che si può chiedere ai fornitori.

Il secondo è misurare. È fondamentale quantificare e usare quindi strumenti adeguati. Perché se non si può misurare non si può migliorare, diceva Emile Durkheim). Terzo aspetto è innovare: in primis aprendo la mente, recependo gli input locali e internazionali. Infine, comunicare. Attenzione a due aspetti, da un lato non deve cadere nel green washing, dall’altro la valorizzazione di quanto di buono c’è”.

Il sogno, alla fine di questo progetto, è quello di creare un green made in Italy. Per farlo, recuperare i sottoprodotti residui derivanti da processi di produzione, rispettando le norme, e impiegarli in altri cicli produttivi. Info su www.ecocamere.it/progetti/marche dove ci sono anche tutte le imprese disposte a rimettere in circolo i propri scarti di lavorazione offrendosi a potenziali partner. Un elenco ancora scarno, perché a livello di sottoprodotti sono una quarantina quelle iscritte nelle Marche, con il 40% nel manifatturiero.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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