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Nigeriano ucciso, la politica condanna, l'arcivescovo chiede silenzio. Crepet: droga, emarginazione e violenza, chi pensa ai giovani?

31 Luglio 2022

CIVITANOVA MARCHE – La lenta e dettagliata ricostruzione di come è morto il venditore ambulante nigeriano 39enne Alika Ogorchukwuch a Civitanova Marche, nella via dello shopping, è terribile. Lunghi minuti di pugni e colpi di stampelle fino a quando non viene schiacciato a terra, come accadde a George Floyd in America, fino alla morte.

L’aggressore ha 32 anni, è un operaio originario di Salerno che vive e lavora a Civitanova Marche. come nelle Marche da oltre un decennio viveva Alika. Di cui oggi tutti parlano come di un ‘fratello’. Chiede scusa Ferlazzo, che punta tutto sulla perizia psichiatrica. “Datemi giustizia” ribadisce durante la manifestazione organizzata per chiedere giustizia la moglie di Alika, Charity Oriachi, che ora da sola crescerà il loro bambino di otto anni.

 Il sindaco di Civitanova sta facendo il possibile, pagherà anche il funerale. Non vuole sentir parlare di città razzista, anzi. Il mondo della politica, bipartisan, si è mobilitato, con una condanna unanime. Il senatore Verducci ha chiesto che sia tutta la città a scendere in strada.

Si vedrà. Per ora ci sono tante parole. Mentre chi chiede silenzio è l’arcivescovo di Fermo, che guida anche Civitanova, Rocco Pennacchio: “Scegliamo l'atteggiamento del silenzio per lasciarci ferire il cuore e sconvolgere dall'accaduto. Preghiamo per la vittima e siamo vicini a tutti coloro che sono nel dolore e nell'angoscia per quanto successo”.

Parla, invece, Paolo Crepet. Lo psichiatra era atteso da centinaia di persone a Petritoli, ma un problema personale lo ha bloccato a Roma. Tornerà a settembre. Ma la vicenda lo ha toccato, visto che si parla anche di problemi psichiatrici per l’aggressore omicida.

“Credo sia evidente a tutti che questo paese sta scivolando verso la barbarie”. Non usa giri di parole. “Il filmato di Civitanova è terrificante. Dura un tempo lunghissimo, quattro minuti. E nessuno interviene. Mi sembra evidente che siamo un popolo di vigliacchi, e purtroppo c’è anche una componente razzista. Non scordiamo che abbiamo avuto un passato coloniale e che le leggi razziali le ha promulgate Mussolini ma gli italiani le hanno tollerate".

Il timore di Crepet è che una vota spenti i riflettori, si dimenticherà tutto troppo in fretta. “Occuparsi di un fatto di cronaca non è sufficiente, bisogna avere la consapevolezza che le nostre città sono in preda alla violenza, e la violenza è figlia dell'alcol, della droga, della emarginazione sociale. Siamo in campagna elettorale e spero di sentire al più presto proposte concrete sulla sicurezza sociale, non solo sul cuneo fiscale.

Vorrei capire chi si preoccupa della nostra comunità, dell'educazione dei nostri ragazzi, del miglioramento della scuola in senso meritocratico e con insegnanti più bravi. Se abbiamo una massa di giovani senza formazione, frustrati, senza lavoro ma con il reddito di cittadinanza - conclude Crepet - non stupiamoci che diventino degli sbandati alla merce' di chi continua a fare bene il suo lavoro, cioè le mafie, che hanno triplicato i loro guadagni” conclude lo psichiatra.

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