di Raffaele Vitali
MONTEGIORGIO – Alle 17 iniziano ad arrivare le prime telefonate di congratulazioni. Il primo a chiamare è stato Paolo Calcinaro, poi il collega Leoni e altri. Ha votato il 5% in meno rispetto al 2018, il 53%, ma hanno votato quasi tutti per Michele Ortenzi. Un dominio irreale 2624 voti a 695. E il sindaco, che non ha mai dubitato, ha atteso tranquillo nel suo ufficio l’esito del voto, continuando il suo lavoro fino all’ultimo.
Ortenzi, si aspettava questo grande distacco dal candidato Ferracuti?
“Assolutamente no. Non credevo che l’unione della minoranza funzionasse, perché hanno una visione anacronistica. Ma non immaginavo una valanga di amore nei miei confronti e di tutti i consiglieri”
Conferma di un legame con la città?
“È ancora più forte, è ancora più importante. Credo che questo ci darà nuovi stimoli. Le responsabilità crescono. Siamo tutti motivati a raddoppiare gli sforzi”.
Nessuna differenza territoriale, ha preso voti in tutti i seggi. Ne era certo?
È impensabile radicalizzare le sfide su destra e sinistra e su zone diverse. Qui conta Montegiorgio. E soprattutto il progetto, non interessa nulla di destra e sinistra. Rimarcare il voto politico significa non aver capito il momento”.
Cosa le aveva fatto capire che avrebbe vinto, ancora prima di oggi?
“Abbiamo ridato credibilità all’azione amministrativa. Poi la composizione della lista ha portato a un crescendo di sostegno”.
Giunta?
“Territorialità, voti e competenza”.
Metterà in discussione chi c’è oggi in base ai voti?
“Per ora parliamo di numeri legati al candidato sindaco, ci ragioneremo”.
Priorità per i cento giorni?
“Le opere da chiudere, polo scolastico e definizione dell’indirizzo per la casa di riposo e alcuni finanziamenti che necessitano di azioni rapide, come Next Appennino che abbiamo ottenuto da poco”.
Una chicca?
“Abbiamo partecipato con la Politecnica, risultando vincitori, al bando Fermo Tech Extended, quindi verrà realizzato un centro di trasformazione tecnologica dedicata alle imprese collegato a quello del capoluogo. Sul progetto abbiamo indicato come sede, una volta rimesso a posto, l’ex comune in via Roma e abbiamo individuato anche uno spazio privato”.
Ferracuti ha chiesto di condividere alcune idee, che ne pensa?
“Commento solo la casa di ripsoso. Non credo che lo scambio intergenerazionale si apossibile considerando che su 24 ospiti, 23 sono allettati con pluri patologie. Di che parliamo?”.
Mai avuto paura?
“L’unica che abbiamo avuto è: ‘ma è vero che ci vogliono così bene?’”.
53% di montegiorgesi al seggio. È quello che si aspettava?
“cinque anni fa era il 58%, ma ricordiamoci che vengono conteggiati anche gli Aire. E sono aumentati. E poi tanti elettori non sono andati perché credevano che ‘tanto vincete facile’ e altri perché rimasti delusi dall’altra proposta”.
