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Micam, la carica dei 40mila. Ceolini e Sequi: tanti buyer stranieri. Melchiorri: "Fase complessa, la serietà del marchio vale più della novità"

21 Febbraio 2024

di Raffaele Vitali

MILANO – “Le aspettative non erano alte, le abbiamo superate. Capita quando l’’ottimismo non è il filo conduttore. I clienti che sono venuti e hanno anche ordinato. Mi è piaciuta la determinazione che abbiamo visto nel voler acquistare e non solo guardare. Questo significa che il brand è una certezza e non è solo legato al prodotto, al saper colpire con l’ennesima novità”. Le parole di Giampietro Melchiorri, imprenditore calzaturiero di Montegranaro, azienda Galmen, ed ex numero uno di Confindustria Fermo, trovano conferma nei dati che Micam e Mipel hanno stilato in chiusura della quattro giorni di fiera.

“Grazie all’incoming internazionale, evidenziano un buon andamento, segno tangibile di una stabilità in un momento difficile per la congiuntura economica. In totale – spiegano Ceolini e Sequi a nome anche dei colleghi di Homi e the One – abbiamo accolto 40.821 visitatori professionali di cui il 45% proveniente dall’estero”. Un leggero calo, (circa il 7%)ma in tempi di guerre e crisi finanziarie c’è di che essere felici. Come arricchente è stato il ritorno di Philipp Plein che si è preso una fetta del pdiglione 1 con uno stand luccicante e martedì è stato il più fotografato.

“Per fortuna gli stranieri. perché gli italiani li possiamo raggiungere. Si viene in fiera per incontrare il buyer quantomeno europeo” ribadisce Melchiorri. Nel dettaglio, i clienti sono arrivati dall’Unione Europea con  Francia, Germania, Spagna e Grecia che hanno registrato le performance migliori; dai mercati extra europei risultati positivi da Giappone, Cina, Kazakistan e Regno Unito.

“Il sistema si muove compatto, in corso c’è ancora Lineapelle, e dimostra che la contemporaneità non è infatti soltanto un aspetto che rafforza le singole manifestazioni, che possono godere di una più ampia visibilità, ma rappresenta soprattutto uno strumento per stimolare la domanda internazionale, offrendo un’opportunità unica per i buyer e gli operatori da tutto il mondo, che in un solo momento, possono cogliere tanti aspetti differenti del mondo dell’accessorio” proseguono.

Su questo punto ci son in realtà teorie discordanti. Per un accessorista come Paolo Marini dell’azienda Nanni di Porto Sant’Elpidio, “non ha senso, perché le stagioni sono troppo differenti, è complicato soprattutto per i calzaturieri cercare di vendere l’invernale e pensare già all’estivo”. E così ribadisce anche Paolo Silenzi: “Come si fa ad andare a vedere, penso ai vari accessori e alle pelli, quello che ancora non abbiamo neppure avuto tempo di immaginare”.

Ma il sistema la pensa diversamente e ha addirittura coniato un neologismo, Greatify, che significa rendere grande e più forte. Tra i padiglioni non si è respirato solo business, ma anche voglia di innovare. “In tutti i settori rappresentati, infatti, si sta operando con forza per un rinnovamento dei processi produttivi con l’introduzione della digitalizzazione e delle tecnologie più all’avanguardia. Ma questa spinta in avanti non annulla, anzi rafforza, una tradizione che affonda le radici nell’artigianalità, ancora viva in tutti i settori rappresentati dalle manifestazioni”.

Quell’artigianalità che spesso vale più dell’innovazione: “La collezione invernale è importante per noi – ribadisce Melchiorri – segna il fatturato dell’anno. Il pezzo unico può attirare, ma in questa fase bisogna consolidare il sistema, dare oltre al prodotto servizio e serietà”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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