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Mediazione, la giustizia senza conflitto. Fermo cuore dell'Italia che vuole un sistema migliore. Ventola: un caso su due non arriva dal giudice

10 Maggio 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – La mediazione fa tappa a Fermo. La 25esima assemblea nazionale della Conciliazione forense si ritrova sotto il Girfalco per due giorni, con avvocati e giuristi che discuteranno, si confronteranno e alla fine visiteranno Fermo. Avvocati da Alessandria a Matera passando per Messina e Bolzano.

“Un momento di spunto per il cittadino e la visione che ha del legale. Abbiamo un ordine molto attivo e un organismo di conciliazione che funziona” sottolinea Alberto Scarfini, nella duplice veste di avvocato e assessore. “Ci vuole coraggio per organizzare incontri di livello nazionale. I convegni sono un aspetto del turismo, che richiede di alzare l’asticella ma che dà grandi soddisfazioni. Se voi avvocati fermani avete scelto di farla qui, significa che siamo degni di questo palcoscenico” aggiunge l’assessora Annalisa Cerretani.

A disposizione Palazzo dei Priori, con le sue sale museo, che saranno profumate da Danhera. “L’impegno dell’avvocatura per il sociale è continuo. Le Adr sono le novità degli ultimi anni, un aiuto a una giustizia affaticata. Il nostro organismo ha più di dieci anni di vita, avere un riconoscimento nazionale è importante” spiega l’avvocatessa Francesca Palma.

La 25esima assemblea doveva tenersi nel 2019, oggi si riparte. Il Coordinamento nasce sulla convinzione che “la mediazione sia risoluzione del conflitto, con le parti che trovano la soluzione dialogano. C’è psicologia, c’è recupero del benessere nel chiudere un conflitto”.

Il nodo è che la mediazione è volontaria, il mediatore non è un giudice, ma chi propone soluzioni. “Va fatta comprendere agli avvocati e ai cittadini, che devono sapere che c’è questa possibilità rispetto al processo”. La mediazione però deve essere qualificata. “Esperti avvocati hanno qualcosa in più”. Tra l’altro è un organismo che rientra anche all’interno del Pnrr, “inteso come filtro ai contenziosi”.

Filippo Ventola, responsabile Unam, è la voce di chi si specializza “nella risoluzione delle controversie, per le soluzioni contrattualistiche, in tutto quello che è extragiudiziale. Non parliamo di qualcosa di alternativo alla giustizia, ma di complementare. Noi conosciamo le criticità, ci muoviamo dentro il tribunale. Per il legislatore, dopo la riforma del codice della crisi d’impresa, siamo parte anche dei concordati preventivi”.

A Fermo ci sono 34 mediatori, che gestiscono almeno 320 mediazioni all’anno. Settori principali: divisione ereditaria, comodato, condominio, responsabilità medica, contratti assicurativi, affitti di azienda o magari per una fornitura.

“Sono tante le materie, alcune devono passare per il filtro pre processo, come ad esempio i casi sulle locazioni. Abbiamo il 50% degli esiti positivi delle mediazioni. Le ispezioni del ministero ci hanno dato un giudizio eccellente. Vogliamo non aumentare la litigiosità, ma garantire la giustizia e il cittadino. E questo potrebbe avvenire anche con la mediazione delegata, che deve essere fatta dagli avvocati”.

Per il mondo dell’avvocato è un cambiamento epocale. “È come avere la Nazionale di calcio a Fermo, questo appuntamento è il massimo livello per il nostro mondo. Significa che Francesca Palma e Filippo Ventola hanno lavorato bene in questi anni. Molti avvocati verranno con le famiglie. L’importanza è confermata anche dalla presenza di tanti sponsor, anche privati, che hanno capito l’importanza della mediazione come prima soluzione delle controversie, anche nel loro campo” riprende Stefano Chiodini, presidente dell’Ordine degli avvocati di Fermo

Non si diventa mediatori dall’oggi al domani: c’è un corso di 50 ore e poi una formazione continua nel primo biennio. E via a seguire. “Servono abilità che l’università non insegna, penso alle competenze psicologiche” aggiunge Ventola. Una cosa è certa, il sistema giudiziario ha bisogno della mediazione. “I giudici sono pochi, il carico di lavoro è enorme e infatti – concludono Ventola e Palma – puntiamo sulla mediazione delegata, quella che nasce direttamente dal giudice che demanda al mediatore la risoluzione della controversia. Sarebbe un ulteriore aiuto alla crescita del sistema”.

I numeri sono ancora piccoli, ma solidi: “All’inizio è sembrata un obbligo e una limitazione della professionalità dell’avvocato. Invece rivendichiamo il ruolo dell’avvocato in mediazione. C’è una formazione da far conoscere. I numeri non sono esaltanti, se guardiamo le statistiche, perché ancora si pensa che sia un di più alla normale giustizia. E poi ci sono i costi, che noi chiediamo di poter detrarre dalle imposte, visto che il non arrivare al contezioso riduce le spese per lo Stato. Di certo noi togliamo almeno il 40% delle controversie al sistema giudiziario” riprende la Palma, che dell’organismo forense è presidente regionale.

“Anche il Comune ha chiuso una vertenza su una servitù con la mediazione” aggiunge Calcinaro. “Fermo deve essere una città stellare, a servizio del territorio. Potevamo andare fuori dal centro e invece, siamo qui” riprende la presidente che il convegno del venerdì lo ha organizzato al teatro di Porto San Giorgio: “Si inizia a pensare che il convegno, il congresso, l’assemblea non è più solo un fatto tecnico ma una opportunità per il territorio. Arriveranno 150 professionisti, molte famiglie e la città si farà trovare pronta” conclude Calcinaro.

@raffaelevitali

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