Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Mascherine, distanziamento e dosi, il mondo della sanità è chiaro: "Vaccinatevi, non ci sono alternative contro il Covid"

23 Dicembre 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – “Vaccinazione come unica arma. La terza dose per chi è già operativo, ma soprattutto la prima dose per chi ancora non è convinto. Ribadisco che il 100% dei pazienti in terapia intensiva al Murri è non vaccinato. Questo produce complicazioni al sistema. Noi vogliamo garantire le sedute operatorie e dare assistenza ai malati. Bisogna stimolare la popolazione alla vaccinazione, i non vaccinati ci stanno mettendo in grande difficoltà”. Roberto Grinta, direttore Asur 4, vorrebbe un fine anno di inoculazioni.

“L’indice di trasmissibilità di Omicron è 1-12. Aumenta il numero dei soggetti potenzialmente positivi e quindi, questo rende più logico l’aumento dei pazienti che devono ricorrere al pronto soccorso e poi al ricovero. Ma nei soggetti vaccinati, il problema viene risolto in maniera molto efficiente dal reparto di Malattie Infettive. Purtroppo, invece, i non vaccinati anche giovani finiscono in terapia intensiva. Parliamo anche di under 50 che poi non escono così facilmente dalle rianimazioni, in cui c’è una degenza media di dieci giorni”.

Il sistema ha bisogno di aiuti: “Noi vogliamo poter assumere nuovo personale per sopperire alla sospensione di 25 sanitari che non si sono voluti vaccinare. Siamo in attesa dell’ok al nostro piano” ribadisce Grinta. Tutto va garantito, 500 tamponi al giorno sono la prova di una efficienza che il mondo dell’Asur 4 garantisce “rispondendo su campi diversi con le stesse forze, mentre ne servirebbe tante di più”.

“Evitiamo comportamenti che aggravano, in primis il non vaccinarsi, una situazione già grave che è la pandemia”. Durante la prima fase c’è stato il lockdown che ha ridotto la circolazione, ma ha anche causato una serie di accorpamenti delle aree chirurgiche: “Oggi non siamo in lockdown, ogni giorno arrivano quattro fatture di femore. C’è un mondo che vive, quindi i numeri sono ben diversi per la sanità. Vogliamo garantire la salute: vacciniamoci tutti. Con la terza dose bucare il vaccino è più complesso, la tranquillità aumenta” chiosa Grinta che ha scelto di parlare affiancato dai primari in prima linea.

AMADIO E I MALATI DI COVID

“Sto rivivendo l’incubo dell’anno scorso. Avevamo reparti chiusi, ma per Malattie infettive non è cambiato nulla. I numeri crescono e quello che fa male è che su 22 ricoverati, 14 sono non vaccinati. Se aggiungiamo quelli in rianimazione, capite che significa. Questo è drammatico, potevamo evitarlo” sottolinea il primario di malattie infettive.

“Con il vaccino avrebbero avuto 20 volte in meno la probabilità di essere ricoverati. Stiamo parlando di una malattia infettiva e diffusiva. Se il diabetico e il cardiologico non prendono la compressa, paga lui le conseguenze. Per una malattia infettiva, chi non adotta gli accorgimenti fa male a sé e agli altri”.

Quello che Amadio ribadisce è che “se riempiamo l’ospedale di pazienti Covid, poi pagano e conseguenze gli altri malati. E tra l’altro chi soffre è il personale, che è sempre più stanco”. Cambia anche il rapporto con i pazienti: “Non siamo più considerati gli angeli, i non vaccinati creano problemi anche quando arrivano in ospedale. È cambiato il rapporto e non in meglio. Questo non fa lavorare tranquilli”.

La vaccinazione non serve? “Non scherziamo. Senza il vaccino sarebbe un massacro. La terza dose è importante, la protezione verso Omicron cresce. La medicina, come tutte le scienze, è fatta di conoscenza e apprendimento. In corso d’opera abbiamo capito la necessità dei richiami. In Italia al momento l’aumento dei ricoveri è ancora dovuto alla Delta, cosa legata all’assenza della terza dose e ai non vaccinati che difendono il virus. Figuriamoci con l’Omicron, oggi al 30%, per cui è determinante la terza dose”. Non ci si può fermare al ‘è meno violenta’ perché poi i numeri aumentano. “Dobbiamo vaccinare tutti, in primis l’Africa”.

PIERAGOSTINI E I BAMBINI

“La fascia 5-11 deve essere vaccinata”. Lo dice con un dato: “Dal 14 al 21 c’è stato un aumento del 96% dei ricoveri pediatrici per positività al Covid. Solo questo deve far capire ai genitori e ai nonni, che si intromettono, la necessità della vaccinazione”. L’88% è figlio di un non vaccinato. “Sbagliare da adulto si ripercuote sui piccoli. Non è vero che non sono un focolaio, non essendo vaccinati non sono protetti dall’aggressione del virus. La società italiana di pediatria è favorevole, lo sono tutti i pediatri. Questo vaccino è stato studiato più di ogni vaccino che i genitori devono fare ai figli”. Tutti fanno il rotavirus, che ha effetti collaterali importantissimi, ma nessuno si preoccupa degli effetti. “Perché oggi tanti dubbi? Indolenzimento al braccio, febbre e malessere sono i sintomi. Ma anche i bambini possono prendere farmaci per superare 24 ore di piccoli dolori”. Spesso i bambini sono non sintomatici. Ma c’è un altro dato: “Da marzo 2021 a giugno 2021, la società italiana di pediatria ha fatto uno studio: 239 casi di Misc, sindrome polinfiammatoria, una sindrome che coinvolge tutti gli organi. E abbiamo avuto 36 decessi in Italia. Non pensiamo alla sintomatologia e basta”.

Il 16 dicembre è stato dato l’ok al vaccino pediatrico, oggi sono 1950 i vaccinati 5-11 anni in regione, 85 a Fermo. “A gennaio gli slot sono già pieni, i pediatri ci aiuteranno. Manca personale, il 27 ho 500 tamponi programmati per far uscire classi dalle quarantene. Le risorse non permettono risposte immediate, servirebbe l’esercito per fare i tamponi” aggiunge Giuseppe Ciarrocchi.

CIARROCCHI E LA PREVENZIONE

“Il vaccino funziona se oltre il 90%, se non il 95%, della popolazione è vaccinata. Questo crea un vero scudo protettivo verso i pochi non vaccinati. E invece noi oggi siamo a una buona copertura, ma non sufficiente. Per cui va incentivata la vaccinazione. E poi sappiamo che il vaccino da solo non basta. C’è un decadimento dell’immunità molto rapido, gli anticorpi sierici si dimezzano in meno di sei mesi. Da qui i richiami, non basta l’immunità di memoria”. La situazione epidemiologica migliora, ma non è sotto controllo: “Mascherina e distanziamento sono fondamentali. al chiuso meglio una Ffp2, all’aperto la chirurgica va benissimo”.

Ci sarebbe anche il tracciamento: “È una misura per mitigare la diffusione, isolando i soggetti positivi e i contatti. Oggi la diffusione da familiare è ambientale, facciamo troppe feste. Bar pieni, locali pieni di giovani, da qui il richiamo ulteriore a fare attenzione”. Non per niente arriveranno nuove misure di contenimento legate al distanziamento. “Il messaggio è chiaro: il Covid non è finito”.

In arrivo anche un nuovo vaccino: “Ha una diversa produzione quello di Novavax, ma dal punto di vista antigienico è uguale. Cambia il sistema di produzione, che è classico tipo quello per l’epatite B. Si usano cellule che fanno produrre l’antigene toccando il genoma virale, la classica proteina spike. Avendo bisogno di miliardi di dosi di vaccino per immunizzare il pianeta e ridurre le varianti, servono piattaforme di sviluppo di vaccini diversi dal MRna messaggero. Ma il sistema di risposta immunitario è identico”.

ROCCHI E L’ORGANIZZAZIONE SANITARIA

“Sono quattro i posti Covid di rianimazione non vaccinati e sono cinque i posti a disposizione. Possiamo arrivare a sei, che è il break-even per non fermare l’attività operatoria introduce Grinta che aggiunge che “di fronte alle sospensioni dei soggetti, 25, abbiamo chiesto di poter assumere nuove figure. Siamo in attesa, con i se e i ma però non si fa nulla”. Nel merito entra Rocchi: “I sanitari hanno bisogno di essere sostenuti. Sperando che crescano quanto prima i numeri dell’organizzazione abbiamo affinato il modello organizzativo. È garantita ogni diagnostica, dal sistema diagnostico al punto vaccinale. L’ospedale lavora, chiediamo più comprensione al cittadino. Non ci sono livelli di criticità eccessivi, noi cerchiamo di dare risposte”. Un posto letto di rianimazione costa 6 volte in più dii un altro ricovero. “Teniamo anche conto di questo, non è un posto replicabile. Anche per questo bisogna vaccinarsi”.

Print Friendly, PDF & Email
Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram