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Marche, la leggenda dei vaccini a lavoratori e ordini. "Prima anziani e fragili, diabetici e oncologici"

21 Marzo 2021

FERMO – Ha fatto rumore la comunicazione della regione Marche ai diversi ordini professionali sparsi sul territorio. Dopo un incontro con il presidente Francesco Acquaroli, i vari presidenti hanno fatto partire comunicazioni agli associati in merito alla campagna vaccinale.

“Ci ha proposto una stretta collaborazione finalizzata alla somministrazione agli iscritti” si legge in una delle tante comunicazioni interne. L’aggiunta è: “Il presidente Acquaroli ci ha detto che in un paio di settimane arriveranno quantità auspicate e quindi con la convenzione che andremo a siglare gli ordini espleteranno tutta l’articolata procedura vaccinale. Il costo per ogni somministrazione sarebbe di 20 euro”. Ma è proprio così? Quali sono i criteri? Una domanda che si stanno ponendo in diversi, visto che prima è arrivato l’accordo con Confindustria e le varie associazioni e poi con gli ordini.

Un po’ di chiarezza, se così si può definire, la fa l’assessore Filippo Saltamartini. “In base al nuovo piano vaccinale del 10 marzo, che prevede una suddivisione per fasce di età e fragilità, probabilmente solo a maggio-giugno, dopo l'esaurimento della copertura delle persone da 60 a 80 anni e di tutti i fragili, sarà possibile consegnare direttamente i vaccini nelle fabbriche e alle associazioni che hanno aderito all'Accordo proposto dalla Regione Marche”.

Insomma, non è per adesso anche perché sarebbe stato difficilmente spiegabile che sani e robusti professionisti sorpassassero diabetici, oncologici e settantenni magari pure fragili. “Sono poche le dosi per le Marche anche nella fornitura di aprile: 210mila dosi, con richiami per 100mila persone”.

Basta quindi con le prove di fuga da parte di categorie diverse. Lo ribadiscono anche i sindacati confederali che Acquaroli ha a sua volta incontrato: “La vaccinazione della popolazione è decisiva per vincere l'epidemia ed è un diritto di tutti e un atto di responsabilità di ciascuno ma è indispensabile che avvenga nel rigoroso rispetto del piano vaccinale nazionale e delle recenti raccomandazioni del Ministero della Salute a garanzia innanzitutto nell'ordine di priorità delle categorie di soggetti in esse definito; priorità che tengono conto dell'età e delle condizioni patologiche delle persone”.

Tradotto, hanno ribadito al presidente “che nonostante abbia proposto a tutte le associazioni datoriali e sindacali l'avvio di una campagna di vaccinazioni nei luoghi di lavoro, è prima indispensabile che vengano accelerate e garantite le vaccinazioni dei soggetti prioritariamente individuati: over 80, ospiti delle case di riposo, delle residenze protette e delle Rsa, visto che non tutti hanno ricevuto la prima dose e sono ancora pochi quelli che hanno ricevuto la seconda, mentre stenta ancora a partire la vaccinazione degli over 80 costretti a domicilio perché non deambulanti o non in grado di raggiungere i centri vaccinali.

Vanno poi vaccinate le persone con elevata fragilità, estremamente vulnerabili o con disabilità grave (dializzati, malati oncologici, diabetici e altre categorie di persone più a rischio), i loro familiari e caregiver che offrono assistenza continuativa; va completata - proseguono Cgil, Cisl Uil -la vaccinazione del personale scolastico e universitario, delle forze armate, di polizia, dei servizi penitenziari, del soccorso pubblico. Vanno poi vaccinate le persone tra i 70 e 79 anni e a seguire quelle tra i 60 e i 69 anni e poi quelle con meno di 60 anni con comorbidità”.

Questo sapendo tutti che il vaccino è l’unica soluzione, ma che in attesa bisogna rispettare i protocolli di sicurezza. Per il primario della Virologia dell'ospedale regionale di Torrette, Stefano Menzo, il dato dei contagi “non scenderà velocemente, ci vorrà del tempo per recuperare i valori di gennaio, ma quel che conta è che le misure restrittive stanno facendo il loro dovere e hanno congelato anche la diffusione della variante inglese nelle cinque province". Secondo il primario “per metà aprile, continuando a rispettare i divieti attualmente in vigore, le Marche possano uscire dalla zona rossa".

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