FERMO – Preoccupazione è dire poco. A partire dal 2025, il Governo ha deciso di azzerare il fondo destinato ai piccoli Comuni, una misura che aveva garantito contributi fondamentali per la messa in sicurezza degli edifici pubblici, delle strade e del patrimonio comunale, oltre a sostenere interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile.
Due voci si alzano contro questa decisione. La prima è quella di Andrea Gentili, presidente di Ali Marche e sindaco di Monte San Giusto: “I più preoccupanti sono quelli alla spesa corrente perché vanno a ridurre le risorse utilizzate dai Comuni per far fronte alle manutenzioni ed ai servizi alla cittadinanza”.
Un taglio che arriva tra l’altro mentre il quadro generale peggiora. “L’impatto negativo sarà evidente a partire dal 2027, nel “dopo PNRR. Per i Comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti inoltre viene di fatto azzerato il finanziamento per le piccole opere; nelle Marche questa problematica tocca un Comune ogni quattro e quasi tutti insistenti nelle aree interne sommandosi alle già consolidate difficoltà economiche ed infrastrutturali. Non state togliendo a noi sindaci ma ai cittadini”.
La seconda è quella dell’Uncem Marche, che rappresenta le unioni montane, guidata da Giuseppe Amici: “Questi fondi rappresentavano una boccata d’ossigeno per territori già fragili, che lottano quotidianamente contro spopolamento, carenze infrastrutturali e difficoltà economiche”.
Il carico lo mette Marco Bussone, presidente nazionale Uncem: “Abbiamo già chiesto al Governo un provvedimento ad hoc per reintrodurre misure di investimento destinate ai Comuni, che altrimenti rischiano di restare bloccati e di essere costretti ad aumentare le imposte locali. Una vera riforma è necessaria, potenziando le Unioni Montane e incentivando la collaborazione tra i Comuni”.
Nel 2024 ogni comune sotto i mille abitanti aveva ricevuto 59mila euro. “Non solo il Governo non ha confermato i contributi – continua Amici – ma non ha neanche introdotto provvedimenti di fiscalità a vantaggio per le nostre comunità. Una scelta discutibile, che rischia di compromettere ulteriormente il futuro di tanti piccoli Comuni marchigiani e italiani. Ci saremmo aspettati almeno un’apertura verso misure compensative che potessero aiutare i territori marginali a colmare il divario con le realtà urbane”.