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Manifattura, il fatturato è un sogno. "-27% di media, si rischia anche la beffa ristori"

24 Marzo 2021

FERMO – Il 2020 dell’artigianato e piccole imprese è un profondo rosso. La perdita media è stata del 27% per due terzi del mondo che ruota attorno alla Cna delle Marche.

Dati reali, legati alla contabilità, quindi e non basati sulle dichiarazioni degli imprenditori. Nella manifattura il 78,1% delle imprese, ha perso il 26,2% del fatturato e il 31,3%, ha avuto un calo del fatturato superiore al 30%. In controtendenza il 21,9% delle imprese, per la quali il fatturato è invece aumentato in media del 15,6%. Nelle costruzioni il 68,8% delle imprese ha avuto un calo del fatturato del 26% mentre per il 24% di esse il calo del fatturato ha superato il 30%. Questo settore però è desinato a riprendersi nel 2021 grazie a Superbonus e affini.

Una impresa su tre (31,2%) ha invece visto aumentare il fatturato mediamente del 22,9%, grazie soprattutto a incentivi fiscali e superbonus. Il calo di fatturato più pesante si è avuto nei servizi, dove l'86,4% delle imprese ha perso il 28,4% del fatturato e il 33% ha avuto riduzioni superiori al 30%. Solo il 13,6% ha avuti fatturati in aumento del 17,8%.

Complessivamente l'80,8% delle imprese ha perso il 27,2% del fatturato e il 30,4% ha registrato perdite superiori al 30%. Ad aumentare il fatturato è stato il 19,2% delle imprese, con un aumento medio del 19%. Ad aver subito l'impatto più pesante del Covid sui loro fatturati, sono state le imprese della moda, dei gioielli e dei prodotti per il tempo libero. Inoltre, nei servizi, è crollato il fatturato di parrucchieri ed estetiste, trasporto persone, ristorazione e alloggio. In questi settori si è perso in media dal 35 al oltre il 60% del fatturato.

"La crescita - afferma il segretario Cna Marche Otello Gregorini – è legata a imprese della produzione alimentare, dell'attività di pulizie, della produzione di serramenti, del trasporto merci e dell'informatica. Settori che, durante la crisi non hanno subito flessioni della domanda. Anzi. In alcuni casi hanno registrato un incremento del volume di affari, grazie alle nuove abitudini di vita e di consumo della popolazione".

È evidente che la maggior parte delle imprese, pur avendo avuto il fatturato in calo, resterà esclusa dai ristori previsti dal Decreto Sostegni. "Infatti - fa notare Gregorini - a fronte di un 80,8% delle imprese, che ha registrato una perdita media del 27,2% del fatturato, solo il 30,4% ha avuto perdite superiori al 30%. Saranno queste imprese ad usufruire dei ristori mentre il 50,4% delle imprese, avendo un calo di fatturato inferiore, ne resterà escluso. Sarebbe quindi preferibile evitare la tagliola del 30%, sostituendola con un meccanismo di decalage, che preveda la progressiva riduzione del contributo, in relazione all'andamento del fatturato. In ogni caso i ristori sono i benvenuti, Ma per l'esiguità delle somme previste, non allevieranno, se non in minima parte, le enormi difficoltà in cui versano le imprese, schiacciate dalla crisi provocata dalla pandemia”.

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