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Madre e figlio, arrestati gli agricoltori della droga. "11kg pronti per i giovani in vacanza"

16 Dicembre 2019

Una montagna d’erba sul tavolo dei carabinieri di Fermo, frutto del pollice verde di madre e figlio, agricoltori di professione nell’azienda tra Fermo e Monterubbiano. “Un’operazione chiusa venerdì 13, dopo un anno di indagini partite prima della nascita del comando provinciale”. Insieme nucleo investigativo di Fermo, guidato dal colonnello Di Pilato, e quello operativo di Ascoli Piceno, con il maggiore Quagliozzi.

“Due arresti, madre e figlio, presi in casa”. Due incensurati che coltivavano e vendevano marijuana. Una 61enne, P.M., e un 29 enne, L.V., assisititi dall'avvocato Stacchietti. "Alla fine abbiamo recuperato 12 chili di varie specie di marijuana. Semi differenti che arrivavano dall’Olanda e dalla Sicilia, principalmente. Avevano creato un vivaio e poi in un terreno di 500 metri quadri facevano crescere la droga, che poi essiccavano e imbustavano” spiega Di Pilato

C’era un vero impianto di lavoro, poi soldi, cellulari, contabilità e oltre 12mila euro di droga già pronta alla vendita: 11,5 chili divisi in 248 sacchetti. “Quando venerdì sera abbiamo bussato a casa dei due, c’è stata una forte resistenza. Hanno cercato di bloccare le porte” prosegue Quagliozzi. La droga era nascosta dentro un frigorifero al piano terra, nel magazzino della droga. Poi c’erano alcuni cartoni nello scaffale. “Non c’erano buchi, era la produzione di tre mesi di lavoro” aggiunge Quagliozzi

I semi usati per coltivare la marijuana

La donna è ora ai domiciliari, mentre il figlio è in carcere. “Era una vera azienda di famiglia. Lui era un agricoltore, ma in realtà coltivava anche droga”. Un anno di pedinamenti, di controlli: “Quando abbiamo deciso di intervenire è perché avevamo la certezza che la droga fosse pronta. Il blitz ha funzionato. Raramente abbiamo trovato una marijuana così varia, oltre trenta tipi di droga pronti a soddisfare ogni esigenza del mercato locale, di certo per le feste di fine anno” riprendono i due comandanti.

Tutto ben curato, dalla serra, con lampade che in 15 giorni facevano il lavoro di tre mesi di sole, all’acquisto dei semi online, che costavano una decina di euro ognuno. “Quasi tutti in arrivo dall’ Olanda” precisa il maggiore Roland Peluso che poi aggiunge: “Noi abbiamo proprio voluto prevenire l’uso di droghe durante le feste. È il periodo che i giovani ragazzi non andando a scuola e all’università si concedono allo sballo. La nostra è una operazione che rientra perfettamente nei controlli decisi a livello nazionale. Presidiamo le strade, per garantire la sicurezza, ma anche il contenuto di strade e case dove vediamo insinuarsi il crimine”.

La mente era il figlio, a riprova la capacità di andare online e trovare semi e mezzi per spacciare. “Quando siamo entrati hanno provato a non farci andare nei luoghi chiave. Ma i militari non hanno esitato e sono andati fino al fondo”. Numerosi i militari impegnati nell’operazione: una decina quelli entrati in casa, un’altra decina intenti a presidiare l’area del casolare. “Una casa imponente, per cui era necessario schierare numerosi uomini e donne” conclude Di Pilato.

Raffaele Vitali

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